Appello del gruppo di Ponte Atlantico e di altre personalità come Claudio Martelli, Maria Stella Gelmini e e Gabriele Albertini al Sindaco Sala per uno striscione per Masha Amini, perché Milano ricordi chi muore per la libertà in Iran.
Egregio Sindaco Sala,
il prossimo 16 settembre sarà passato un anno dalla morte della giovane iraniana di etnia curda Jîna Emînî, meglio conosciuta con il suo nome iraniano, Masha Amini.
Una morte che dimostra la ferocia del regime degli Ayatollah e del suo apparato repressivo su inermi cittadini.
Masha fu infatti arrestata solo per non aver correttamente indossato l’hijab, perdendo la vita, senza neanche una sentenza di condanna, a causa delle violenze subite nella stazione di polizia dove era stata condotta.
Pochi giorni dopo la morte, Masha avrebbe compiuto solo 23 anni: l’età in cui avrebbe dovuto sognare un radioso futuro, e non cadere nel sonno della morte, l’età di quella generazione di iraniani che trova oramai insopportabile il fondamentalismo del regime e per la quale la morte di quella ragazza ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo scatenare proteste a cui si sono uniti settori della società iraniana che mai prima avevano messo in discussione la repubblica islamica.
Il torto peggiore che possiamo fare non a quei ragazzi (che in questi mesi di proteste hanno perso chi la vita, chi un occhio, chi la salute), ma a noi stessi, è lasciare che questo anniversario passi sotto silenzio nella città di Milano, medaglia d’oro della Resistenza contro la dittatura fascista, come se fosse uno dei tanti eventi di secondaria importanza che popolano le nostre vite.
Il silenzio è sempre un regalo inaccettabile ai regimi totalitari. Lo è stato per troppo tempo nei confronti della Federazione Russa mentre preparava l’aggressione all’Ucraina. Ora stiamo finalmente comprendendo, dopo oltre un anno dalla aggressione terroristica alla sovranità dell’Ucraina, che i regimi autoritari, se coccolati, non si accontentano mai, ma alla lunga vanno a colpire proprio gli Stati “tolleranti”, danneggiando i più poveri e i più deboli che li abitano.
Ecco perché consideriamo urgente che venga eseguito l’ordine del giorno approvato all’unanimità il 30 gennaio scorso dal Consiglio Comunale, richiedente la ”esposizione di uno striscione o di un totem sulla facciata di Palazzo Marino per la difesa dei diritti civili e politici delle donne e degli uomini in Iran”.
Che lo si faccia il prima possibile, e sicuramente prima del 16 settembre, per poter degnamente ricordare, come città, quel sacrificio, ed i tanti altri che stanno compiendo gli iraniani in nome di valori che dovrebbero essere i nostri.
Hanno firmato, tra gli altri:
Claudio Martelli, già vice Presidente del Consiglio e ministro di Grazia e Giustizia
Maria Stella Gelmini, senatrice già ministro dell’istruzione
Gabriele Albertini, già sindaco di Milano
Sergio Scalpelli, Presidente del Centro Internazionale Brera
Giulio Gallera, già assessore regionale
Marco Cappato, già europarlamentare Radicale
Lorenzo Strik Lievers, già parlamentare Radicale
Alessandro Pecoraro di Ponte Atlantico
Luca Guzzardi, professore di Filosofia della Scienza Statale di Milano
Walker Meghnagi, presidente della comunità
Davide Romano, direttore Museo Brigata Ebraica
Nicola Sorrentino, Presidente Comitato Milano – Liberisti Italiani
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845