Alle 5000 piante distrutte Milano reagisca con più cura per gli alberi: un grande piano per il verde

Fabrizio c'è Milano

Nove giorni sono passati dal terribile temporale che ha abbattuto almeno 5000 tra alberi e grossi rami.

L’evento catastrofico, almeno un merito lo ha avuto: abbiamo capito tutti quanto amiamo il verde cittadino a prescindere dal colore politico, dalla età,  dalla condizione di lavoro o sociale.

Chi non ha visto cittadini vagare con sentimenti di incredulità e di dolore per tutti quei giganti verdi abbattuti? Molti guardano attoniti, altri filmano l’ecatombe verde. Chi ripensa ai giardini dove faceva  giocare i figli, chi ricorda decenni di passeggiate coi cani.

Tutti abbiamo provato  dolore per quegli alberi sventrati, abbattuti dopo 30/50 anni di rassicurante presenza al nostro fianco.

Questo affetto per il verde urbano va oltre le discussioni e le divisioni politiche.

E’ da qui che bisogna ripartire. Bisogna ripartire dall”amore dei milanesi per il verde cittadino. E da domani questo amore  va  coltivato con azioni concrete che vadano oltre il legittimo dibattito se è colpa del cambiamento climatico o della manutenzione del verde.

E la politica milanese e il Comune in primis dovrebbe partire dalla strage di alberi  per un nuovo grande piano, pubblico e privato, per reagire e rafforzare il  verde  cittadino.

Cominciamo dunque a investire più fondi comunali per i parchi e, come ai tempi del Covid, si lanci una grande raccolta fondi per intercettare la generosità delle imprese milanesi.

Si sostituiscano subito gli alberi abbattuti  con piante  più forti e più adatte a resistere alle intemperie.

Si elimini l’assurdo divieto, solo ideologico, di potare le piante (e di tagliare l’erba) che si trasforma in un pericolo ad ogni temporale e rappresenta  un implicito  invito a non curare il verde.

Si imponga la costruzione di impianti di irrigazione dei parchi che oggi mancano condannando migliaia di piante alla fragilità o alla morte.

Si faccia più attenzione agli interventi che possono danneggiare nel sottosuolo  le radici degli alberi.

Si istituiscano delle Fondazioni pubbliche aperte ai privati  per dedicare la cura e i fondi dovuti a parchi storici, i più colpiti dal cataclisma: racchiudono alberi secolari ed equilibri troppo delicati per essere governati come gli altri giardini ed ospitare eventi di massa.

Insomma trasformiamo in una concreta azione politica tutta la sensibilità per il verde che la strage  del 24 luglio ha suscitato.

Rispondiamo subito alle avversità raddoppiando l’impegno per il verde,  come è costume di Milano.

E facciamo in modo che questo impegno non sia fumoso, di facciata, pieno di annunci e di obiettivi planetari. Non possiamo aspettare che la Cina fermi le emissioni o che le politiche dei divieti sortiscano quei risultati che da anni invano attendiamo.

Meglio agire subito e qui per il verde di Milano, perché tutta la città lo vuole e lo chiede.

3 thoughts on “Alle 5000 piante distrutte Milano reagisca con più cura per gli alberi: un grande piano per il verde

  1. Il ragionamento è logico è di buoni propositi ma io mi preoccuperei più dei cittadini che degli alberi……Fra poco inizierà la TERRIBILE esperienza della città 15 minuti e non mi pare di avere sentito parole di contrasto a questa scellerata scelta del Comune…..Il verde è importante MA LA LIBERTÀ DEI CITTADINI CHE, NELLE INTENZIONI DEL DIABOLICO PIANO, SI VEDRANNO PRIVATI DI TUTTO E DOVRANNO ESSERE CONTENTI MI SEMBRA PIÙ IMPORTANTE…..Cosa fa l’opposizione in merito??? O DEVO ARGUIRE CHE C’È CONNIVENZA CON IL COMUNE PER QUESTO INQUALIFICABILE PIANO DI RESTRIZIONI MASCHERATE DAL BENE COMUNE????
    SAREBBE GRADITA UNA RISPOSTA…..

  2. Come sempre, Fabrizio, fai osservazioni sagge, concrete e condivisibili. E proposte vere, non di facciata. D’accordo su tutto!!!!

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