Cosa deve fare un uomo per dimostrare la propria innocenza? Il caso di Ambrogio Crespi è molto più di un caso giudiziario. Un viaggio dove il paradosso si tramuta in realtà, dove l’incubo diventa la concretezza delle sbarre, dove la paura diventa l’aria stantia di una cella.
Cosa deve fare un uomo per dimostrare la propria innocenza? È la domanda a cui tenta di dare una risposta il film ‘Stato di Grazia’ diretto da Luca Telese, alla sua prima regia, che racconta la vicenda giudiziaria di Ambrogio Crespi, presentato nell’ambito del Venice Production Bridge 2023, alla Mostra di Venezia. Un docufilm, salutato al termine da un lungo applauso, prodotto da Proger Smart Communication (PSC) e Alfio Bardolla Training Group (ABTG), che racconta la storia di Ambrogio Crespi e della sua famiglia.
Prima regista antimafia, poi condannato a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa in una inchiesta per compravendita di voti, un incubo terminato con la Grazia concessa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Questa è la storia di un viaggio attraverso il limbo della giustizia italiana. “È una storia che probabilmente non avrebbe raccontato nessuno; la storia di una persona normale finita in una vicenda che ha dell’incredibile”, commenta il regista Luca Telese. “Nel film ricostruiamo un percorso interessantissimo tra direttori di carcere, giudici, amici che mobilitandosi finiscono per applicare una sorta di quarto grado di giudizio che ha permesso ad Ambrogio di avere un percorso diverso da quello sancito della condanna, una serie di piccoli miracoli che lo hanno riconsegnato alla sua vita, alla sua famiglia, alla moglie e ai suoi due bambini Luca e Andrea.”
Il film racconta i processi, lo stravolgimento di una vita del protagonista e della sua famiglia fino all’atto finale, la Grazia.
“Sono molto emozionato, per me e per la mia famiglia, oggi è il giorno della rinascita e del riscatto”, ha dichiarato Ambrogio Crespi. “In questi anni tantissime persone si sono mobilitate per me, dandomi la forza di combattere questa assurda vicenda, giudizio dopo giudizio. Un calvario che va avanti dal 2012 e che è veramente lunare. Sono immensamente grato a Luca Telese e ai produttori Marco Lombardi e Alfio Bardolla per aver deciso di raccontare questa storia attraverso l’arte del cinema.”
Tra i protagonisti del docufilm anche figure simbolo della lotta alle mafie, come Sergio De Caprio, alias “Capitano Ultimo” che arrestò Totò Riina, e Benedetto Zoccola, testimone di giustizia. Accanto a loro anche figure istituzionali quali Edi Rama, Primo Ministro dell’Albania, Sergio D’Elia, Segretario di “Nessuno Tocchi Caino”, Alessandro Arrighi Presidente del Comitato per Ambrogio Crespi e direttore di Produzione, Francesco Storace e Sandro Gozi; giornalisti come Gian Marco Chiocci, direttore del TG1, Clemente Mimun direttore del TG5 e Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano; giudici, avvocati e i direttori delle carceri di San Vittore e Opera. Con la partecipazione straordinaria di Lorenzo Flaherty nel ruolo del Pubblico Ministero.
Il Premier Albanese Edi Rama insieme al Sottosegretario della Cultura Gianmarco Mazzi e al Presidente del Tribunale di Sorveglianza Giovanna Di Rosa, a Marco Lombardi e Alfio Bardolla, hanno accompagnato nel dibattito, a termine della proiezione, Luca Telese e Ambrogio Crespi e a loro si è aggiunto anche il Generale Mario Mori.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845