Una truffa da oltre 2,3 milioni di euro e che vede coinvolti quasi 600 stranieri, prevalentemente somali, che percepivano il reddito di cittadinanza è stata stroncata dai Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano. Dalle indagini, avviate nel febbraio 2021 sotto il coordinamento dalla Procura di Milano in sinergia con l’Inps e che già nel dicembre 2022 aveva portato all’arresto di un bengalese, titolare di un’attività di internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, è emerso che coloro che per percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza spendevano presso l’esercizio commerciale l’intero credito della carta mediante versamenti senza causa tramite POS o attraverso pagamenti di utenze intestate all’esercente, riuscendo così a nascondere la provenienza illecita del denaro trattenendo tra 10 e il 15 per cento della transazione. Oltre all’internet point i militari hanno appurato che i percettori abusivi del Reddito di Cittadinanza effettuavano anche anomali e ricorrenti acquisti con la carta elettronica presso altri due esercizi commerciali di Milano, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un kebab. L’analisi sui flussi finanziari ha permesso di accertare che il negozio di telefonia, che dunque non commercializzava i beni di prima necessità per cui potevano essere impiegate le somme concesse con il beneficio, rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza ha registrato un incremento delle transazioni POS pari a 215mila euro passando da un incasso mensile di 1.460 euro a circa 23.450 euro (+1600%); l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari da gennaio 2021 al giugno 2022 ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 4.436 euro ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 179.806 euro e il kebap da novembre 2020 a maggio 2021 ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 33.424 euro ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 92.832 euro. Dunque rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza, le attività economica in questione, hanno fatto registrare un incremento abnorme delle transazioni POS non giustificate con l’acquisto di beni di prima necessità. Delle 633 persone monitorate nel corso delle indagini e che hanno effettuato acquisti con RDC presso i tre esercizi commerciali, 597 di queste, individuate quali indebiti percettori, sono state deferite presso 14 Procure della Repubblica (Milano, Cosenza, Bergamo, Napoli, Roma, Brescia, Como, Torino, Lodi, Siracusa, Trapani, Monza, Lecce e Genova) per falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC e di truffa aggravata. Altri 36 percettori in possesso dei requisiti sono stati segnalati all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio che è stato immediatamente sospeso. Ammonta a circa 413mila euro la somma di denaro riciclata dagli esercenti, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati viene quantificata in 2.374mila euro. Due dei tre titolari delle attività commerciali che monetizzavano il sussidio, sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano per riciclaggio continuato, sottoposti a perquisizione locale e personale con conseguente sequestro della somma in contanti di 40mila euro considerato profitto del reato, mentre il titolare dell’attività di internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento è stato condannato a 2anni e 6 mesi e gli sono stati confiscato oltre 20mila euro.
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