Un cammino attraverso il colore, mostra personale della pittrice Cinzia Sarcina a Villa Venino, Novate Milanese, terminerà martedì 31 ottobre. Aperta al pubblico dal pomeriggio di sabato 28, all’interno della settecentesca Villa Venino, sotto il patrocinio del comune, ha registrato una grande partecipazione, sia di novatesi, sia di visitatori provenienti da Milano e dai comuni dell’Hinterland. La mostra è stata inaugurata con un discorso della stessa pittrice, seguito dalla presentazione del critico d’arte Caterina Majocchi. In esposizione, trenta opere dell’artista, le più significative della sua produzione. Come dice il titolo stesso dell’esposizione, il protagonista assoluto è stato il colore, anzi i colori, vividi, carichi, a contrasto, di grande impatto emotivo; colori che costruiscono forme e conducono lo sguardo a intuirle. Cinzia Sarcina mescola i colori acrilici con altri materiali, come il gesso, la resina, il silicone, che richiedono grande manualità nella lavorazione. Ad essi, si aggiungono volentieri materiali veri, spesso naturali, come rami e foglie, opportunamente trattati per durare e ricomposti sulla tela per dare corpo al quadro. Tecniche e materiali conferiscono alle opere di Cinzia Sarcina una dimensione tridimensionale. I soggetti sono tratti dal mondo della natura: il cielo e il mare, in tutti i loro stati, gli alberi e i fiori, nel trascorrere delle stagioni, gli animali. Il mondo organico della natura, con i suoi cicli, sottende i quattro elementi fondamentali: acqua, aria, terra, fuoco. Quindi il mare che, incontrando il cielo, si incomincia a rasserenare dopo una violenta tempesta, come in “Oltre”, fiori che si piegano alla brezza primaverile in “Fiori che colorano l’aria”, crateri lunari e poi albe e tramonti infuocati che avvolgono paesaggi naturali o lasciano vedere in controluce le ombre nere di una città futurista. Le opere di Cinzia Sarcina sono un canto alla vita e alla libertà. Solo in una condizione libera, la natura può espandersi in tutte le sue metamorfosi. Nondimeno l’uomo, che è l’interlocutore dell’arte, cerca un riscatto dalle condizioni limitanti del presente in un mondo altro, diverso, nuovo, libero, per poter esprimere tutte le sue potenzialità. Ce lo testimonia l’immancabile presenza dei gabbiani nel quadro che porta proprio come titolo “Libertà”. L’anelito alla libertà e la ricerca di riscatto hanno una forte componente spirituale, come dimostra l’uso della foglia d’oro, che nella tradizione pittorica è manifestazione del Divino. Lo sguardo verso il trascendente alimenta la speranza in un mondo migliore, in cui la natura e l’umanità ritrovano la propria dimensione originaria, che ne rispetta l’integrità e offre la possibilità di costruire rapporti veri e autentici tra gli esseri umani.
Orari di apertura: mart. h 10-13; 16.19
Caterina Majocchi Critico d’Arte e Consulente artistico
Laureata in Filosofia
Counselor, Content Creator, Critico d’arte e Consulente artistico
Ha pubblicato su Domus – Editoriale Domus,
Architettura e Arte – Ed. Pontecorboli, Materiali di Estetica – Ed. CUEM