Museo Scienza e Tecnologia, Sala Cenacolo riapre al pubblico dopo restauro

Cultura e spettacolo

 Riapre la Sala del Cenacolo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, in via San Vittore 21. Dopo un importante restauro durato un anno, da domani tornerà ad essere visitabile e tornerà ad essere parte del percorso di visita libera del Museo. A permettere l’intervento, costato circa 200 mila euro, la donazione di Fimesa e della famiglia Sordi. I lavori di recupero sono stati presentati stamane. La sala, che insieme all’immobile è di proprietà del Comune, è l’antico refettorio del monastero Olivetano di San Vittore del XVI secolo, in cui ha sede il Museo dal 1953, ed è stata costruita tra il 1709 e il 1712 in occasione dell’ampliamento del Monastero. All’interno stucchi e affreschi del milanese Pietro Gilardi e del monzese Giuseppe Antonio Castelli detto Il Castellino che sono stati interamente restaurati, riportando alla bellezza originaria una delle poche testimonianze rimaste a Milano di Barocchetto Lombardo in ambito religioso. Trattandosi di un refettorio, tutti gli episodi rappresentati hanno come tema portante il cibo e l’elemento alimentare. La parete di fondo della sala ospita il grande affresco delle Nozze di Cana di Pietro Gilardi mentre la volta ribassata e le pareti laterali presentano una serie di quadrature architettoniche, con fiori, frutta e festoni, e scene bibliche a monocromo tratte dall’Antico Testamento. “Questa riapertura si inquadra in un processo di valorizzazione e miglioramento dell’offerta culturale, che riporta questa sala meravigliosa ad essere fruibile – ha detto Fiorenzo Marco Galli, direttore generale del Museo – cosa che prima non era possibile per i segni dei tempi e per una maturata condizione di degrado dovuta anche a condizioni naturali come infiltrazioni. Grazie alla magnifica e generosissima donazione di Fimesa e della famiglia Sordi, in memoria di Roberto e Silvio Preti, abbiamo potuto mettere mano. È stato processo rapido perché dai primi studi alla presentazione è passato un anno. Cosa che si vede raramente in situazioni di questo tipo. Con questa sala il museo si arricchisce di un ulteriore progetto che da un lato è valorizzazione di un bene culturale e dall’ altro è una sala meravigliosa che potrà essere utilizzata per altre iniziative, come incontri convegni e conferenza per arricchire l’offerta culturale del Museo”. Nell’intervento di restauro sono state consolidate, pulite e integrate le opere pittoriche e gli affreschi. Così sono tornati visibili decorazioni, colori e dorature che il trascorrere del tempo e le vicende storiche avevano alterato. “In questo restauro si è scoperta una tecnica esecutiva straordinaria che prima dell’intervento era poco visibile per i numeri strati di sporco e patinature che i dipinti avevano. L’opera poi ha subito diverse modifiche nel tempo per via dei diversi usi di questo ambiente. Uno dei peggiori è stato quello a uso caserma. A questo si sommano i numerosi restauri che sono intervenuti in maniera sommaria sulle pitture murali” ha spiegato la restauratrice Vanda Franceschetti. “Una delle difficoltà è stata di riuscire in un tempo limitato a fare tutte le operazioni di restauro su una superficie molto vasta, pari a più di 700 metri quadri di affreschi. Il lavoro di pulitura è stato importante.

E a questo si somma il fatto che abbiamo iniziato a luglio, con temperature molto alte. Sulla volta c’erano 35 gradi fissi. Dovevamo usare diversi ventilatori e si riusciva a lavorare fino alle quattro del pomeriggio”. Il lavoro di restauro è stata anche un’occasione per mettere a frutto e integrare i dati della campagna di indagini diagnostiche precedente promossa dalla Soprintendenza, così da trarre nuove informazioni attorno ai processi di degrado e ai materiali costitutivi originari, e per analizzare storicamente – per la prima volta – gli esiti dell’intervento intrapreso nel 1952, quando il complesso monumentale viene riadattato per ospitare il Museo. Accanto ai lavori di restauro, è stata portata avanti per la prima volta anche una ricerca della storia artistica e architettonica della Sala, in collaborazione con lo storico dell’arte Stefano Bruzzese. “Il restauro degli affreschi barocchi della Sala Cenacolo ha permesso non solo di restituire lo splendore decantato da cronisti del Settecento, ma è stata anche l’occasione per effettuare studi e ricerche d’archivio, ancora in corso, con lo scopo di chiarire le vicende e le modalità di esecuzione degli affreschi da parte di Giuseppe Antonio Castelli e Pietro Gilardi e dell’ideazione del particolarissimo piano iconografico dedicato al tema del cibo – ha detto Claudio Giorgione, curatore Leonardo Arte e Scienza Museo – Queste ricerche rientrano nel programma scientifico che il Museo sta conducendo, con la collaborazione della Soprintendenza e di collaboratori scientifici per ricostruire la storia del sito del Monastero di San Vittore, dall’età Tardo-Antica alla fondazione del Museo. L’intervento ha consentito di capire che la sala veniva utilizzata – come spiegato da Guido Ucelli – per ospitare conferenze e riunioni, congressi scientifici anche numerosi e ad alto livello, di importanza nazionale e internazionale”. “Sono felice che questo progetto sia in ricordo dei miei due amici Roberto e Silvio Preti – ha detto Massimo Sordi, presidente Fimesa – Continueremo a stare vicini al Museo. Abbiamo già molti progetti e sono particolarmente felice di poterli finanziare. E sono altrettanto felice di poter essere in un certo senso vicino agli oltre 600mila bambini o giovani che visitano ogni anno il Museo”. Non presente all’evento per motivi di salute Emanuela Carpani, Soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano, che ha inviato una lettera per esprimere “gratitudine e stima a chi si è occupato del progetto di restauro” e “entusiasmo per un intervento che non vedo l’ora di ammirare di persona”. “Questa operazione di restauro consentirà ai visitatori di ammirare, perfettamente restaurate, opere del primo Settecento lombardo, in un museo straordinario che tiene sempre strette le connessioni tra passato e futuro e tra scienza e arte” è il messaggio inviato dall’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.#bgr

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