Al Teatro alla Scala da venerdì 17 novembre a martedì 30 aprile 2024 ‘va in scena’ la nuova mostra Fantasmagoria Callas, a cura di Francesco Stocchi con allestimento di Margherita Palli e dedicata a Maria Callas. L’allestimento è al Museo Teatro e rientra nell’ambito del palinsesto Callas 100, per celebrare il grande soprano nel centenario della nascita. L’esposizione – spiegano i curatori – è concepita per celebrarne il mito, evocando l’impronta indelebile che ha lasciato nell’immaginario collettivo. L’eredità del soprano, che ha saputo coniugare canto e recitazione in una miscela unica che l’ha consegnata alla storia quale icona senza tempo, è protagonista di una mostra che restituisce il ritratto di un’artista completa, profondamente legata alla storia del Teatro alla Scala che l’ha vista interprete di 23 titoli d’opera in 28 spettacoli dal 1950 al 1961, tra cui 6 inaugurazioni di stagione. La mostra costruisce un itinerario articolato in cinque tappe dove ciascun capitolo è affidato a una diversa espressione artistica. Attraverso l’interpretazione dello stilista Giorgio Armani, del musicista e compositore Alvin Curran, degli artisti contemporanei Latifa Echakhch e Francesco Vezzoli e del registra Mario Martone, la figura di Maria Callas emerge da una narrazione corale e multidisciplinare, pensata appositamente per l’occasione. Il titolo dell’esposizione si riferisce alla forma teatrale della “fantasmagoria”, che tradizionalmente mette in campo illusioni sceniche per ricreare effetti fantasmatici e visioni soprannaturali, per restituire l’impressione delle molteplici tracce, influenze e testimonianze che Maria Callas ha saputo ispirare nel corso del tempo. Francesco Stocchi, curatore della mostra, spiega: “Questi ritratti rappresentati nel Museo Teatrale alla Scala coltivano la vivida bellezza, la potenza e l’emozione di Maria Callas nei panni della “divina”. L’intensità sul palcoscenico e l’impegno nella sua arte hanno fatto sì che il soprano greco si guadagnasse la reputazione di incrollabile perfezionista. La vera erede della Callas è la Callas stessa. Il suo temperamento, il suo carisma e la sua voce intrisi di eternità, hanno delineato i tratti della diva del XX secolo”. Il percorso espositivo si immerge quindi nella partitura a cinque voci pensata per l’occasione e inaugurata dall’intervento del musicista e compositore Alvin Curran. Focalizzando la propria attenzione sulla voce di Maria Callas quale elemento fondante della sua figura, Curran costruisce un’inedita composizione musicale tratta dalla vasta raccolta di registrazioni e concepita per restituire le stratificazioni del timbro che è sempre stato la cifra stilistica del soprano. Si prosegue con l’installazione dell’artista Latifa Echakhch, che approfondisce l’aspetto della presenza scenica di Maria Callas. Oltre un sipario di perle bianche e rosse, al visitatore si rivela la sagoma fantasmatica del soprano, restituita come una visione di bellezza e fragilità oltre una cortina che evoca gli elementi della lacrima e del sangue. Il terzo capitolo della mostra è raccontato dal regista Mario Martone, che si concentra sull’incontro tra Maria Callas e Ingeborg Bachmann, avvenuto a Milano nel 1956 in occasione di una prova de La Traviata. La rappresentazione filmica, interpretata da Sonia Bergamasco, racconta l’impatto che l’incontro ha avuto sulla scrittrice e poetessa austriaca e realizza un ritratto profondamente umano della figura del soprano, raccontato non come diva da idolatrare ma come personalità profonda e singolare.
Segue l’interpretazione dell’artista Francesco Vezzoli, che presenta un’installazione dove il volto di Maria Callas, stampato a laser su tela, si ripete per sessantatré volte. Ogni fotogramma è arricchito da un ricamo metallico azzurro che richiama l’idea del make-up, costruendo una riflessione sul volto di scena del soprano e sulla relazione intima che costruiva con i personaggi che era chiamata a interpretare. Il percorso di mostra si chiude con l’interpretazione dello stilista Giorgio Armani, che declina in forma visiva la voce di Maria Callas. Nato per la collezione Giorgio Armani Privé del 2021, l’abito da sera rosso magenta presentato in mostra coniuga tessuto e corpo in una rappresentazione di intensità e grazia. “Fantasmagoria Callas” si apre con una selezione di costumi che il soprano ha indossato nel tempo, attualmente conservati presso l’Archivio storico del Teatro alla Scala. Testimoniano l’influenza che Maria Callas ha sempre esercitato sulle arti l’abito in seta marrone realizzato da Pietro Zuffi per Alceste e i due costumi pensati da Nicola Benois per Poliuto e Don Carlo, fino ad arrivare a quello dipinto da Salvatore Fiume per Medea nel 1953. Il corso di Sartoria Teatrale dell’Accademia Teatro alla Scala ha reso omaggio a Maria Callas, ricostruendo due dei costumi che il soprano indossò ne La traviata firmata da Luchino Visconti per la stagione 1954/’55, disegnati da Lila de Nobili e perduti in circostanze non chiarite. I costumi esposti sono stati realizzati attingendo al materiale iconografico dell’Archivio scaligero e alla testimonianza diretta di Anna Gastel-Chiarelli, nipote del regista. Completa l’esposizione il documentario, con la regia di Francesca Molteni e la curatela editoriale di Mattia Palma, che racconta i cinque progetti e il making of della mostra, attraverso la voce di Giorgio Armani, Alvin Curran, Latifa Echakhch, Mario Martone e Francesco Vezzoli. Riprendendo la riflessione inaugurata dalla mostra “Maria Callas in scena. Gli anni della Scala”, curata da Margherita Palli negli spazi del Museo Teatrale alla Scala da settembre 2017 a gennaio 2018, “Fantasmagoria Callas” realizza un dialogo inedito tra forme d’arte differenti, invitate a confrontarsi con il fascino di un’icona immortale come Maria Callas. Partner del progetto espositivo sono: American Express, che ha un impegno costante nel sostenere concretamente l’arte e la cultura nelle sue molteplici forme, e LaCimbali con Mumac, Museo della macchina per caffè di Cimbali Group, la cui sinergia di intenti culturali con il Teatro e il suo Museo giunge all’ottavo anno di collaborazione. Kartell per l’allestimento delle sale del Museo e per aver realizzato una Louis Ghost speciale, pezzo unico, dedicata a Maria Callas. Partner tecnologico della mostra è Samsung.
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