Chi ha una seconda casa nel capoluogo meneghino, quindi non esente da Imu, potrebbe presto vedersi riconoscere un significativo aggravio: secondo una simulazione del Corriere c’è il rischio di un aumento dai 421 euro fino a 838 euro se l’immobile si trova in periferia oppure nel centro cittadino. In caso di vendita della casa, che magari ha beneficiato del contributo edilizio, attenzione all’imposta al 26% sul capital gain, che grava su chi se ne libera prima dei dieci anni dalla fine dei lavori di ristrutturazione.
- Chi ha una seconda casa a Milano potrebbe vedersi riconoscere un aggravio legato al Superbonus non indifferente, come ha dimostrato il Corriere in alcune simulazioni
- Questo principio è evidente sulla base di due disposizioni contenute nel disegno di Legge di bilancio che in questi giorni avvia il suo iter parlamentare. Si tratta di proposte che ben difficilmente saranno modificate in sede di discussione alle Camere e che quindi consentono già sin d’ora di fare qualche conto sia pure teorico
- La prima proposta prevede che le abitazioni agevolate dal Superbonus siano sottoposte a revisione della rendita catastale, visto che tale operazione porta solitamente a un cambio di classe dell’immobile. Questo cosa comporta? Più alta è la rendita, più alte sono le imposte
- Chi possiede una prima casa non deve temere: il rischio è solo di avere un reddito figurativo più alto che potrebbe alzare l’Isee e far perdere qualche beneficio sociale, ma l’impatto sarà limitato. A pagare più tasse sarà chi eventualmente comprasse o ricevesse in eredità o per donazione l’appartamento
- Il discorso cambia se si tratta di una casa non esente da Imu. In questo caso la spesa per una casa nel centro meneghino potrebbe non essere indifferente a seconda di dove si trova, se nel Centro storico, nell’area tra il Centro e la Circonvallazione, dove passa la 90-91, oppure nell’area esterna
- Secondo una simulazione del Corriere, l’Imu di una casa A2 in centro passerebbe da 2.275 a 3.113 euro (+838 euro), mentre il salto sarebbe leggermente inferiore per una A3, che passerebbe da 1.805 a 2.473 euro (+668 euro)
- Una differenza cospicua si registra anche nel semicentro per la A2, che passa da 1.978 a 2.720 euro (+742 euro), mentre per una A3 si passerebbe da 1.302 a 1.800 euro (+498 euro)
- Infine, in periferia il passaggio per una casa A2 va da 1.208 a 1.657 euro (+449 euro), mentre per la A3 da 1087 a 1508 (+421 euro)
- A ciò si aggiunge anche l’imposta al 26% sul capital gain, che grava su chi decide di vendere una casa che ha beneficiato del superbonus prima dei dieci anni dalla fine dei lavori di ristrutturazione. Un’imposta che ovviamente ha un peso maggiore nei contesti dove i prezzi sono più alti, come ad esempio proprio Milano
- La differenza è evidente rispetto alle norme attuali: se oggi vendiamo a 400mila una casa comprata venti anni fa a 200mila euro, i calcoli da fare sono diversi. Infatti, i 200mila euro pagati nel 2003 oggi sono 288.600 euro. A questo punto se li sottraiamo dai 400mila del prezzo di vendita otteniamo 111.400 euro, di cui 28.964 euro andranno pagati al rogito. Con le norme attuali l’imposta sul capital gain immobiliare si paga, sempre per le seconde case, solo se l’immobile è stato acquistato da meno di cinque anni; quindi, non in questo caso . (Skytg24)
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