Un recente studio americano dice una parola definitiva su questo argomento.
E’ il tormentone delle mamme. Darlo, non darlo. Se si fino a che età? E poi è vero che deforma la bocca?-
Insomma il succhiotto (più noto come ciuccio) che tanto piace ai bambini fino a conciliargli il sonno, invece non fa dormire i genitori.
Eppure il succhiotto è usato da sempre, tant’è che se ne perdono le tracce nella storia: addirittura appare nella mano del bambino in una famosa natività di Albrecht Durer del “500. Allora era di pezza, mentre è diventato di lattice sulla fine del secolo scorso assumendo anche la sua forma definitiva che prevede in aggiunta un disco di materiale rigido per evitare indesiderate ingestioni.
Una risposta forse conclusiva ci viene dall’ultimo “pronunciamento” dell’American Accademy of pediatry dentistry che dà il semaforo verde al succhiotto, sicuramente da preferire alla suzione del dito o all’utilizzo del biberon con bevande zuccherate.
Il succhiotto, afferma la prestigiosa Associazione, si può tollerare fino ai 4 anni; oltre è preferibile non andare. Si consiglia, da questa età, di contrastarlo con fermezza sia pure con la dovuta delicatezza e magari con un po’ di astuzia.
Per esempio il succhiotto può “scomparire “ in occasione di una piacevole vacanza, magari in un villaggio con un miniclub particolarmente attivo che fa dimenticare al bimbo l’oggetto prima così desiderato.
Fino a 4 anni il rischio che possa indurre danni permanenti alla conformazione della bocca è pressoché nullo; dopo invece c’è la possibilità che le arcati dentali assumono una deformazione tipica, che, comunque, riguarda esclusivamente i denti e il relativo osso di sostegno e non le strutture facciali.
In ogni caso, laddove si è instaurata questa “deformazione” ma si è interrotto l’uso del succhiotto, conviene aspettare almeno 1 anno prima di iniziare qualsiasi trattamento, perché, spesso, l’azione spontanea dei muscoli porta al ripristino della normale forma della bocca.
Altri studi hanno dimostrato come sia più facile eliminare il succhiamento del “ciuccio “ che quello del dito in bocca; quest’ultima “abitudine viziata “si può protrarre in molti casi tra i 7 e i 9 anni; non è infrequente trovare un adulto che, di nascosto, succhia il dito. Insomma il “ciuccio” si butta, il dito no.
Inoltre si è riscontrato che il dito, per la sua forma e consistenza induce deformazioni più marcate, rispetto al “ciuccio” che invece cerca di riprodurre la forma del capezzolo ed è morbido. Un ricercatore ha suggerito una forma di succhiotto (chiamata NUK dal suo nome), che dovrebbe addirittura favorire il normale sviluppo delle arcate dentali.
Ma al di là di questa affermazione, mai del tutto provata scientificamente, il succhiotto può essere senz’altro concesso al bimbo entro i 4 anni di vita perché è provato che lo rassicura e lo rende più contento.
Gianfranco Aiello è stato docente di odontoiatria presso l’Università di Padova, svolge la sua attività professionale a Milano e Salerno.
Presiede l’attività di ricerca dell’Accademia di Estetica Dentale Italiana e dell’Istituto Odontoiatrico Italiano ed è stato consulente della Fondazione Veronesi.
Collabora con diverse testate giornalistiche ( Starbene, ecc.) e televisive.
Cura il sorriso di molte star dello spettacolo, dello sport, ma anche, gratuitamente, quello dei bambini bisognosi e segnalati da istituzioni umanitarie. www.istitutoodontoiatricoitaliano.it www.esteticadentale.it