Gucci non toglierà la vernice con cui il suo albero di Natale, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, è stato imbrattato dagli attivisti per l’ambiente di Ultima Generazione in modo che sia uno “spunto di riflessione collettiva”.
Beh, diamola per buona, ma non metterei la mano sul fuoco sulla genuinità di questa decisione che appare propositiva, anche proponendo riflessioni che non sono tutti propensi a fare. E se oltre il paravento di una posizione conciliante in chiave ambientalista, ci fosse anche (o invece…) una arguta visione di marketing utile a fornire ulteriore propaganda al marchio, sfruttando proprio l’eco mediatica derivata dall’ennesimo gesto di protesta degli attivisti, ormai popolari e noti alle cronache?
Chi è mancato all’appuntamento con il selfie nella versione “immacolata” dell’albero, rimedierà ora ritraendosi sul suo sfondo nella nuova ed inattesa veste di testimonial ambientalista. In pura ottica commerciale, sarei propenso ad ammirare la sagacia della decisione Gucci. Quanto ne deriverà in termini di pubblicità e profitto al brand?
Questo è l’unico sfregio ambientalista che approvo, anzi io avrei fatto di peggio.
Gucci non pulisce perchè tanto tra qualche giorno buttano tutto.