Chiara Ferragni, dopo pandoro e uova focus dei pm su una bambola e altri contratti

Cronaca

Mentre la procura di Milano attende per la prossima settimana il deposito di una prima informativa della Guardia di Finanza sul caso Chiara Ferragni-pandoro, è probabile che le indagini che riguardano la influencer si allarghino a tutti i contratti in cui compare la parola beneficenza. E quindi oltre al dolce natalizio e alle uova di Pasqua, dovrebbero essere effettuati la raccolta delle carte e gli approfondimenti pure su una bambola a sua immagine e somiglianza da lei sponsorizzata e altri, eventuali, prodotti al centro di campagne benefiche simili alle due già nel mirino della magistratura. Da quanto è filtrato, l’inchiesta milanese, al momento senza indagati e titolo di reato, oltre a poter fare un passo avanti già nei prossimi giorni con il capitolo pandoro, punta ad approfondire, è questa l’idea, ogni attività della nota imprenditrice postata sui social con lo scopo di donare fondi a sostegno di onlus, ospedali, bambini in difficoltà e così via. Tra queste, appunto, anche la vendita della bambola, una limited edition, creata dopo il matrimonio con Fedez e venduta tramite il suo e-commerce The Blonde Salad per poi devolvere il ricavato all’associazione Stomp Out Bullying impegnata nella lotta al cyberbullismo.  Intanto, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco lunedì prossimo avrà una riunione operativa con gli investigatori del nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf per fare il punto della situazione e decidere come procedere in merito alla vicenda del pandoro. La replica per il caso bambola – “In merito a quanto riportato in data odierna da alcuni organi di informazione relativamente alla bambola Ferragni, Tbs crew Srl, società controllata da Chiara Ferragni, precisa che i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019”. Lo si legge in una nota secondo cui “il tutto è avvenuto, quindi, totalmente in linea con quanto comunicato sul canale Instagram di Chiara Ferragni e sugli altri riconducibili a Tbs Crew Srl. Tbs crew Srl, infine, specifica altresì che l’impegno a favore di Stomp Out Bullying ha riguardato – come dichiarato nei materiali di comunicazione – esclusivamente le vendite delle bambole fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi”.

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