dal film “Quasi amici” di Eric Toledano e Olivier Nakache
Interpreti e personaggi
Massimo Ghini – Filippo
Paolo Ruffini – Driss
Claudia Campolongo – Yvonne, La Voce della Navigator
Francesca Giovannetti – Magda ed Eleonora
Leonardo Ghini – Adamo, Candidato, Badante, Gallerista
Giammarco Trulli – Alberto, Giardiniere, Antonio Legenda, Cameriere, Candidato
Giulia Sessich – Deb ed Elisa
Diego Sebastian Misasi – Bastiano, Candidato, Badante, Violinista
Quasi Amici è una storia importante che merita di essere raccontata. Un adattamento per il teatro del soggetto e della sceneggiatura del film “Quasi amici”.
Due uomini diversi: uno agiato, molto ricco, intelligente, affascinante; che vive di cultura, che soddisfa il proprio ego narcisistico con il cervello più che con il corpo. Un uomo che il destino ha voluto relegare a solo cervello, facendolo precipitare con il parapendio e fratturandogli la quarta vertebra cervicale. Quel corpo, solo un bagaglio della mente, ora nell’assenza, diventa il fantasma di un’identità da inseguire e recuperare. E un altro uomo che entra ed esce di galera, sin da ragazzino, svelto, con una sua intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada e nei film di serie b. Un uomo che preferisce porre il suo corpo avanti a tutto e lasciare il cervello nelle retrovie. Un corpo che ha cercato di farsi strada nelle periferie degradate, in cui un’incertezza diventa come in natura, essenziale per determinare il proprio posto nella catena alimentare. Un predatore che in realtà̀ è una preda delle proprie debolezze. Un uomo che si è privato della carica del cervello che avrebbe potuto essere per lui determinante.
Questi due uomini si incontrano per un caso che farà sì che diventino indissolubili, l’uno indispensabile alla vita dell’altro. Non lo sanno ma possiedono un dono che ognuno può donare all’altro: la leggerezza.
È l’assenza di leggerezza, più̀ che la malattia, che tiene ancorato sulla sedia Philippe, la sua pesantezza della vita, della sua percezione del mondo, che lo inchioda a decisioni sbagliate con la figlia adottiva, con i suoi collaboratori, ma soprattutto con se stesso.
E l’altro uomo che ha fatto della leggerezza un modo per non occuparsi di nulla, di scansare ogni problema, ogni profondità, ogni disagio. Una leggerezza frivola, gassosa, che lo porta a risolvere tutto con il corpo, fisicamente e caso strano, pesantemente.
Nell’adattamento teatrale il ruolo di Philippe, l’uomo sulla sedia, nella versione cinematografica è molto sbilanciato a favore di Driss, l’uomo che arriva ad aiutarlo. Nella versione teatrale i due ruoli sono equiparati per scavare di più nel loro rapporto e nella ricerca della leggerezza che faccia emozionare e ridere fino alle lacrime.
Il Teatro Manzoni
Via Manzoni 42 – Tel. 02 7636901
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.