In un pomeriggio di freddo rigido accompagnato da un sole dai timidi raggi invernali, sabato 13 gennaio si è svolto l’ultimo saluto a Felice Carlo Besostri (1944-2024), l’avvocato simbolo delle lotte per la difesa della Costituzione italiana, contro il ‘porcellum’ prima e l’Italicum poi, in ultimo contro il ‘rosatellum’, ancora in corso, che gli è costato parecchi sforzi fino a mettere in secondo piano la sua salute.
Il luogo del commiato è l’onoranza funebre Turati, di via Bauer nella periferia di Milano. Il posto, racconta la figlia Nathalie, l’aveva deciso lui stesso un paio d’anni fa, quando ha visto la pubblicità, per la presenza di tre elementi da cui in qualche modo si sentiva attratto: Turati, figura portante di quel socialismo riformista in cui si riconosceva, Bauer nome storico a Milano per la Società Umanitaria, luogo dove aveva affrontato parecchi dibattiti con l’ISPIG, diventandone anche vicepresidente, sulle varie leggi elettorali e le riforme, argomenti che gli stavano molto a cuore. Infine, la capra, non si sa perché, però la si poteva trovare proprio all’interno del cortile, dietro uno steccato disponibile ad accettare carezze dai visitatori.
Tutto è stato approntato in cortile, come nelle vecchie assemblee sindacali, al centro la bara, coperta da un cofanetto di garofani rossi, pronta per ricevere l’ultimo saluto, in uno spazio che poteva sembrare grande. Invece no, nel giro di pochi minuti, silenziosamente sono arrivati gruppetti di persone, amici, parenti, colleghi dell’Università Statale, politici, compagni di partito e di lotte, rappresentanti dei principali Circoli e Associazioni di Milano.
Sono arrivati da Roma, con una delegazione informale dal Senato, colleghi da Genova, dal Piemonte e da tutta la Lombardia, compresa anche la famosa ‘Confraternita del risotto’ di cui andava particolarmente fiero. Accanto al feretro due bandiere storiche e la moglie Anne-Marie con la figlia Nathalie, accolgono le persone con dignità ed eleganza.
Nathalie si è preparata un testo che legge con voce emozionata, tocca gli animi, con parole misurate ma significative descrive il Padre a più dimensioni lasciando intravedere a chi l’ascoltava i diversi angoli di una personalità poliedrica, certamente non facile. Ha svelato come il grande avvocato sovente si smarrisse davanti alle cose più semplici della vita, oppure il suo vagare notturno fino a quando non aveva finito di scrivere una memoria o una citazione, pregi e difetti. Un commiato sereno, sentito, come lui avrebbe voluto, perché il suo pregio principale è quello di aver sempre cercato le soluzioni ai problemi, non ha mai messo uno contro l’altro. Il tempo è troppo poco per dialogare, c’è da dare un messaggio di continuità, come se la morte fosse solo parte della vita: Felice era, è, e sarà nel pensiero di tutti noi. (Civica Online)
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