Mostra “Originale Multiplo – Trenta anni di storia” a Palazzo Pirelli, Milano: quando l’originale è una replica e la replica un originale

Cultura e spettacolo

L’Originale Multiplo: nascita dell’idea

Nel 1996, Ferruccio Invernizzi, che aveva ereditato la stamperia dal nonno Giorgio Upiglio, incisore, mette a punto il suo progetto confrontandosi con l’artista e stampatore Renato Volpini e coinvolgendo poi il critico d’arte Claudio Cerritelli. Ne esce un testo programmatico che costituisce il “Manifesto dell’Originale Multiplo”, che definisce una nuova metodologia di lavoro grafico-artistico. Il progetto è quello di realizzare opere uniche a partire da una sola matrice che abbiano una correlazione di senso unitaria.

Come si realizza l’Originale Multiplo

Base di partenza comune è un’unica lastra iniziale detta “matrice”, dalla quale l’artigiano stampatore e l’artista, stretti in una collaborazione decisiva che non delega nulla alla funzione impersonale della macchina, stampano una serie di fogli sempre diversi tra loro. Le differenze sono date dai colori e dalle tecniche impiegate. Su ciascuna matrice si possono infatti inventare molteplici immagini e combinazioni diverse di tecniche quali la calcografia, la serigrafia, il collage, il décollage; inoltre, si possono applicare molteplici scelte cromatiche e utilizzare diversi materiali (carta, legno, lastre di ferro, alluminio o bronzo, mescole di carborundum – materiale ceramico composto da silicio e carbonio – fibre, colle, vernici, metalli), a seconda dell’esperienza dello stampatore e della fantasia personale dell’artista. Invernizzi spiega: “Tutto è affidato all’estro dell’artista che, assieme allo stampatore – il quale diventa a sua volta artista – amplia le potenzialità espressive”. Si realizzano opere che sono, di conseguenza, irripetibili e quindi originali, da cui il nome di “Originale Multiplo”.

La mostra a Palazzo Pirelli

“Originale Multiplo” è anche il nome della stamperia e galleria d’arte in cui Ferruccio Invernizzi, insieme al socio Alfredo Ceruti, gallerista, ha dato vita a una storia trentennale di opere realizzate con gli artisti più famosi. La mostra a Palazzo Pirelli prende il nome dall’omonima collettiva con gli artisti Lucio del Pezzo e Mimmo Rotella alla Galleria Manzoni a Milano nel 1996, quando venne presentato il “Manifesto” del progetto. Nello spazio architettonico progettato da Giò Ponti sono ora esposte stampe inedite su disegno di grandi autori come Bruno Munari, Milo Manara, Giorgio De Chirico, Mimmo Rotella, Enzo Facciolo, fino ai più giovani come Caino&Abele, LaikaMCMLIV e #Lediesis.

Nell’introdurre la mostra, il curatore Angelo Crespi, neo-direttore della Pinacoteca di Brera, ha citato il celebre testo del filosofo tedesco Walter Benjamin “L’opera d’arte

    Mimmo Rotella – Tigre- O.M.I serigrafia

nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” in cui si poneva il problema della perdita dell’autenticità dell’opera d’arte a causa della sua riproduzione meccanica illimitata, che avrebbe finito per svilire la stessa opera originale, depauperata della sua pienezza, comprendente in se stessa l’hinc e il nunc della creazione artistica. Benjamin si riferiva alla fotografia e al cinema. Oggi – ha fatto notare Crespi – la questione si ripropone in maniera esponenziale con le tecnologie digitali. Questa mostra, nelle intenzioni del curatore, manifesta la possibilità di fare, di ogni riproduzione, un originale che mantenga la qualità del prototipo e arrivi addirittura a renderlo completo nella molteplicità delle sue varianti: un multiplo che è esso stesso un originale. Questo innovativo processo artistico si sottrae pertanto all’analisi di Benjamin: ogni opera mantiene a pieno titolo la sua autenticità. Peraltro, i multipli d’artista sono numerati e autenticati dagli autori.

Le opere esposte sono all’incirca un centinaio. Interessante la rivisitazione grafica di Diabolik del disegnatore Enzo Facciolo, che spicca con “Le tre icone” su lastra in ferro, in cui i volti intriganti di Diabolik e della sua compagna Eva Kant sono appena nascosti dal profilo della loro Jaguar E-Type in primo piano. Non poteva mancare Mimmo Rotella, esponente del Nouveau Réalisme e padre dei dècollage, tecnica con cui riassemblava liberamente nel suo studio i manifesti strappati dai muri della città. In mostra, “La Tigre” realizzata con strappi a mano di tela su carta rigida con base serigrafica. Inoltre, Milo Manara, il maestro del disegno erotico, con le sue figure femminili caratterizzate da linee morbide e flessuose, come la “Madame Butterfly/Cho Cho San”, tanto sensuale quanto drammatica o la bellezza statuaria di “Coniglia Bianca”, la cui postura richiama gli alberi sullo sfondo e attrae per il “vedo-non vedo”. I più giovani Caino&Abele, LaikaMCMLIV e #Lediesis sono uniti dal “Progetto terra” che mostra come il rispetto per l’ambiente debba partire dal comportamento responsabile di ciascuno di noi.

Nell’opera di Caino&Abele, ad esempio, una sorta di “selvaggio” emerge dal caos inquinato, esito del progresso tecnologico di noi “primitivi” e sembra lanciare l’ultimo allarme per risanare il pianeta. La mostra “Originale Multiplo – Trenta anni di storia” a Palazzo Pirelli, via Fabio Filzi 22, Milano è aperta fino al 28 gennaio.

Contatti per informazioni: Cell. 3335495299 – E-mail: info@originalemultiplo.com

Caterina Majocchi – Critico d’arte e consulente artistico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.