Porta Venezia prima e adesso

Porta Venezia – Davanti al Museo di Storia Naturale gli alberi scomparsi ci mancano tanto

Milano

Ci chiediamo, ormai da tempo, quando il Comune riporterà la “galleria naturale” degli ippocastani che abbelliva in maniera splendida il tratto antistante il Museo di Storia Naturale di Corso Venezia. Perché dal giorno della tempesta del 25 luglio del 2023, con venti che han soffiato a oltre 110 km orari, tra le molte vittime di quel giorno va sicuramente citata quest’area, ancora oggi apparentemente ferita.

Ricordiamo che nella mattina di martedì 25 luglio 2023, esattamente intorno alle 4, su Milano (e non solo) si era scatenata una tempesta, il cui effetto devastante è durato una decina di minuti, con raffiche di vento a oltre cento chilometri l’ora e 40 millimetri di pioggia (quella che di solito cade in un mese). Nelle ore successive Milano si è risvegliata violentata nella risorsa più preziosa, il verde degli alberi. Alberi preziosi che danno ossigeno e vita alle strade della città. Città che assisteva, ovunque, a una ecatombe d’alberi. Centinaia di alberi abbattuti dalle raffiche di vento si son visti in ogni angolo del capoluogo; da Corso Sempione a Corso Venezia, da Corso Lodi a via Giambellino, da piazza XXIV Maggio a piazza Carbonari; un disastro. Un disastro che fa male al cuore.

Anche i Giardini pubblici Indro Montanelli di Porta Venezia avevano subito gravi danni, perdendo decine e decine di piante.

Così, il bel viale alberato formato dalle chiome di bellissimi esemplari di ippocastano e messi in fila tra corso Venezia e il Museo di Storia Naturale e il Planetario, venne decimato. (di seguito le foto del giorno dopo il disastro naturale)

Qui di seguito alcune immagini che mostrano il viale com’era prima della tempesta.

Lo stesso viale oggi… quasi una landa desolata. Il periodo per ripiantare le alberature deve svolgersi in questi mesi, ma a distanza di mesi ancora non vediamo alberi tornare al loro posto. Vedere questo luogo così spoglio pare veramente innaturale.

Segni e cicatrici che possiamo ancora vedere anche nel recinto ottocentesco devastato dal crollo degli alberi durante la bufera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.