Buon lunedì ai lettori, 4 le partite in calendario ieri, prime a giocare Torino e Salernitana. Partita intensa a livello difensivo e senza particolari spunti interessanti, con la squadra di Juric che è sembrata meno brillante del solito, e si è schiantata sul muro difensivo della Salernitana. Nel finale i granata hanno provato a imbastire un forcing verso la porta di Ochoa, ma senza successo. Finale quasi scontato, 0-0, Dia e soci strappano un punticino, interrompendo una sequenza negativa di 4 sconfitte consecutive.
Nel primo pomeriggio, si sono trovate di fronte al Maradona gli azzurri del Napoli e il Verona Hellas. I padroni di casa cominciano bene il primo tempo, con occasioni per Di Lorenzo, Anguissa, Politano e Kvara. E’ soprattutto lui, il georgiano, a impegnare un super Montipò. Nella seconda metà del primo tempo gli ospiti riescono ad essere pericolosi in ripartenza, ma senza problemi per Gollini. ll Verona regge contro un buon Napoli durante i primi 45′, mentre nella ripresa sono proprio gli scaligeri a fare meglio dei più quotati avversari. Cabal e Lazovic impegnano il portiere, ma è Coppola che su palla inattiva apre le marcature con un bel colpo di testa. La rete subìta destabilizza il Maradona, con la squadra di Mazzarri che si innervosisce e rischia di sprofondare. Ma dopo un attimo di sbandamento i padroni di casa si scuotono, attaccano a testa bassa e in dieci minuti ribaltano l’incontro con il pareggio di Ngonge e il super gol a giro di Kvara, che ridà entusiasmo a tutto l’ambiente. Finisce 2-1 per il Napoli, che sbuffando e sudando rialza la testa e porta a casa 3 punti molto ben accolti.
Al Gewiss Stadium di Bergamo, un’Atalanta indemoniata batte 3-1 la Lazio nello scontro diretto per il 4° posto in solitaria staccandola di 5 punti a quota 39. Apre la girata volante di Pasalic al 16′ su azione rifinita da Scalvini ma ispirata da un super De Ketelaere, poi autore di una doppietta, prima su rigore e poi con un rasoterra imparabile in contropiede. Serve a poco, all’84’, il penalty trasformato da Immobile, al suo gol numero 199 in Serie A, e partito nuovamente dalla panchina. Quanto ai ragazzacci di Gasperini, sembrano tornati ai vecchi splendori, con la preziosa (a questo punto) collaborazione di un ex milanista in prestito, che ha ormai fatto impallidire il ricordo della sua versione precedente. Pensierosi a Milanello i rossoneri, che si stropicciano gli occhi al cospetto di quella che è un’autentica resurrezione. Merito suo, dell’ambiente o della cura “Gasp”? Sicuramente un mix di tutti i 3 ingredienti, di certo c’è che a fine stagione il signor De Kateleare non mancherà di proporsi per un riscatto che i tifosi bergamaschi acclamerebbero in pieno.
E a concludere, la serata di gala a S.Siro, il derby d’Italia tra Inter e Juventus, atteso anche da chi occupa la classifica dal terzo posto in giù. Partita che si presenta subito vibrante, bella e sicuramente più vivace della precedente nel girone di andata, con i nerazzurri di Inzaghi che partono molto bene e già nei primi 5 minuti mettono in ansia i torinesi con azioni avvolgenti e conclusioni pericolose. Occorre attendere oltre mezz’ora per vedere una prima folata offensiva della Juventus realmente insidiosa, ma la difesa interista respinge il tentativo senza sudare.
La svolta della partita inizia al 25′, quando il solito Dimarco dalla sinistra fa partire un cross basso per Thuram: il francese viene però clamorosamente anticipato di un soffio da Bremer e da Szczesny, a due passi dalla porta. E’ il preludio al gol, che arriva una manciata di minuti più tardi, al 37′: Barella scucchiaia in area per Pavard, che buca la rovesciata, Thuram e Gatti si gettano sul pallone, e alla fine l’ultimo tocco, con il petto, è del difensore bianconero. 1-0 per l’Inter e gol che viene aggiudicato come autorete a Gatti che però, da quella posizione, non aveva alternative se non quella di colpire il pallone in qualche modo, evitando il colpo di testa a rete di Thuram in tuffo, da mezzo metro.
Tanto è bastato per consegnare alla squadra di Simone Inzaghi i tre punti e il +4 in classifica sulla Juventus. È un 1-0 che non riflette l’andamento di una sfida bella, accesa, piena di occasioni da gol specialmente nel secondo tempo, dopo una prima frazione più contenuta. L’Inter vince su autorete, ma nel complesso si dimostra superiore, legittima la vittoria con altre occasioni clamorose, colpisce un palo con Calhanoglu e chiama Szczesny a due miracoli, su Barella e Arnautovic, confermando di valere il primato: in difesa rischia poco, non si ricordano vere parate di Sommer nell’arco di tutti i 90′.
La Juve maledice la serata opaca di Vlahovic, costruisce poco e quel poco non riesce a finalizzarlo nemmeno quando entrano Chiesa e il nuovo arrivato argentino, Alcaraz. In classifica, dunque, l’Inter sale a 57 punti e la Juve resta a 53, con i nerazzurri che hanno sempre una partita da recuperare. Questa sera, forse, è andata in scena la prima svolta del campionato, con prove di fuga. I
l Derby d’Italia numero 182 in Serie A è dell’Inter, squadra che detiene un primato, tra gli altri, forse sfuggito anche agli osservatori più attenti: su 33 partite disputate in stagione, tra campionato e coppe, ha concesso un clean sheet ad un solo avversario, la Real Sociedad nel ritorno di Champions a S.Siro, andando comunque in gol nelle altre 32, contro tutte le squadre incontrate. Dato che spiega da solo il motivo per cui la squadra occupa il posto attuale.
E’ tutto per la domenica, il turno si chiude oggi in serata con il posticipo tra Roma e Cagliari.
Arrivederci dunque alla giornata 24, con l’anticipo tra Salernitana ed Empoli venerdì 9 Febbraio.