Ne avevamo già parlato qualche giorno fa, ieri è uscita la prima puntata. Di cosa? Di “Sognare non costa nulla”, primo podcast made in Università Cattolica del Sacro Cuore (le formalità contano), da parte del Club Diplomatici. Niente meno. Un prodotto editoriale che indaga il complesso rapporto tra Giovani (sì, con la maiuscola. Sono sempre meno, se vogliono la maiuscola chi siamo noi per opporci?) e politica (qui con la minuscola perché troppa forma uccide la sostanza). A presentarlo una conferenza stampa moderata dalla giornalista Pira, di Sky.
Apre le danze la coordinatrice didattica del progetto, prof. Catellani.: “Nel 2022 vince l’astensione, chi si era astenuto era in parte noto, ma c’era una novità: molti erano giovani con buona scolarizzazione in transizione lavorativa. Come mai? Manca una rappresentanza per istanze ambientaliste e sul lavoro dei giovani. Bisognerebbe coinvolgere i giovani nel fare politica per chiudere il gap. Un secondo aspetto: come deve avvenire la comunicazione politica per arrivare ai giovani? È difficile trovare di chi fidarsi.”
Va detto, da liberista, che il primo problema non ha età e il secondo è connaturato al sistema democratico. Mai, comunque, che qualcuno si domandi: ma se non mi fido in generale di nessuno, dal venditore di frutta sotto casa alla pubblicità di auto elettriche perché dovrei fare eccezione per la politica? Cioè, non fidarsi dei politici mi pare salutare. Quello che diventa patologico è pensare che se non voti otterrai risultati migliori che votando. Questo non ha letteralmente alcun senso in un paese dove il 70% del PIL è intermediato dalla politica. Ma non andiamo fuori strada.
Prosegue Filippo Lera, uno dei due autori: “Il nostro obiettivo era portare il confronto con i principali protagonisti della politica in Università. Nell’estate del 2022 decisione di creare un nuovo modo di far comunicare politica e giovani. Nel ’92 gli astenuti di età 18-34 erano il 9% oggi sono il 42%. Un aumento drammatico. Per creare i contenuti siamo partiti dalla tematica e da lì abbiamo scelto la persona. Per esempio siamo partiti dal lavoro e abbiamo trovato Giuseppe Conte.”.
Sono giovani, non giudicateli troppo duramente. Certo, partire dal lavoro e arrivare ai 5 Stelle richiede davvero molta fantasia. In ogni caso la loro prima puntata è proprio con il grande architetto del Reddito di Cittadinanza. E la talentuosa intervistatrice riesce a passare 30 minuti senza rinfacciarglielo. Dimostrando molta più professionalità di me.
A proposito, a intervistare l’Avvocato del Popolo è Maria Lipari, l’altra autrice: “Il nostro primo step è stato trovare i macrotemi: lavoro, caro affitti, salute mentale, istruzione. Con chi dialogare? Per la salute mentale, Paolo Crepet. Per l’Istruzione, il Sottosegretario Paola Frassinetti. Il nostro filo conduttore è stato avere i giovani, come oggetto e come soggetto della comunicazione.”
In conclusione interviene il regista, A. Galli: “In queste puntate c’è stata competenza, coscienza dell’argomento e un diverso approccio di Filippo e Maria. È stata una bella sensazione lavorare insieme a due ragazzi che sanno di cosa parlano e sanno qual è il punto di arrivo e attraverso quali domande arrivarci. Non è stato un esperimento semplice, ma la complessità ha dato valore e lo darà al prodotto.”
Se mi è concesso un commento, l’iniziativa è certamente lodevole. Ma parte da una premessa che non condivido: non è vero che i giovani non votano. I giovani votano eccome. Solitamente coi piedi: andandosene. D’altronde con uno svantaggio demografico come quello Italiano le loro istanze, semplicemente, non troveranno mai spazio. Pregevole il tentativo di farli dialogare con la politica. Ma è un dialogo sostanzialmente inutile: il nostro Paese è obbligato dalla peggiore Corte Costituzionale del continente a mantenere le promesse previdenziali assunte negli anni 80 dalla peggiore classe politica degli ultimi diecimila anni di storia umana. Parliamo del 40% della spesa pubblica, non bruscolini. Questo gravame, che nessuno di noi ha mai votatoe, impedisce ogni riforma economica vera e seria. E nei prossimi anni strangolerà qualsiasi tentativo di salvare il Paese.
Si possono intervistare tutti i leader del mondo, ma questa triste inevitabilità rende il dialogo bugiardo in premessa. In casi del genere le soluzioni possono essere solo due: una rivoluzione o l’emigrazione. Le ultime generazioni hanno deciso di andarsene oppure di vivere sulle pensioni dei nonni. O. come terza opzione, affrontare l’incubo a occhi aperti di un mercato del lavoro in cui i diritti li hanno tutti gli altri e le fregature le abbiamo tutte noi.
Insomma, una scelta diabolica. Che forse potrà essere ribaltata se si creerà una solidarietà generazionale. Che, lo confesso, io non intendo nemmeno iniziare a provare per la generazione Greta. Quindi vi prego di non pensare che voglia ergermi a esempio. In ogni caso, onore a chiunque non si arrenda. Tipo i ragazzi di “Sognare non costa nulla”. Che trovate su tutte le maggiori piattaforme di podcast.
Ah, se non sapete cosa sia un podcast non fatevene un cruccio: semplicemente questo prodotto non parla a voi.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,