Ieri, allo scalo Farini, il Partito Democratico, che appoggia la giunta Sala, ne ha preso le distanze parlando di nuovi assetti da ricercare per il futuro, superando il Modello Milano oggi praticamente fallito. Le parole di Alessandro Capelli, Segretario del Pd di Milano Metropolitana, sono chiare, incastonate in un discorso ben articolato, retorico e suadente, ma in frizione con le realizzazioni fin qui fatte.
Riferisce in parte Samuele Piscina (Lega)
“Il Modello Milano lo ha fatto fallire proprio il Partito Democratico in questi 13 anni con una totale assenza di progettualità e di interventi mancati in ogni ambito della vita sociale e collettiva. Milano è la città meno sicura d’Italia, senza pianificazione futura; non ha avviato alcun progetto per i prossimi decenni in tema di urbanistica e di
mobilità. È una città paralizzata, sempre più cara e ostile, sempre più esclusiva dove in pochi possono permettersi di comprare una casa e vivere. Milano sta perdendo attrattività per gli investimenti, vedi ad esempio l’ambito edilizio, e l’attuale Giunta allontana gli ultimi investitori quali l’A.C. Milan, rischiando di far diventare il Meazza terra di nessuno. Unica salvezza: si sta ancora beneficiando del lavoro progettuale delle giunte di centrodestra che pianificarono e realizzarono la Milano di oggi, da Gae Aulenti a City Life, dalla Bicocca a Santa Giulia, dalla Bovisa all’Isola, dalle nuove metropolitane ai nuovi musei”.
Naturalmente propone di cambiare per affrontare le sfide future che prendono in esame ad esempio le disuguaglianze e la mobilità da ripensare. E suona strano che criticità così emergenti siano lampanti dopo 13 anni
Capelli nella sua relazione infatti evidenzia:
“Il modo migliore per difendere e rendere merito agli anni passati della grande trasformazione della nostra città è rimetterci in cammino. Noi siamo orgogliosi di questi 13 anni, ma dobbiamo essere noi, che lo abbiamo animato e costruito, a dire che il ciclo iniziato nell’inverno del 2010 è finito e oggi dobbiamo assumerci la responsabilità di un nuovo inizio. Che nasca da quello che abbiamo costruito, al fianco di Beppe Sala e della nostra amministrazione, che sappia che il centrosinistra esiste se è forza di cambiamento e di visione.
Non è più tempo di celebrare il modello Milano come fosse qualcosa di statico, ma è tempo di portarci dietro quella credibilità, quella serietà, quelle reti diffuse e lavorare per aggiornare un nuovo progetto Milano.
Coraggioso, contemporaneo e che si ricordi di essere parte di una città da 3.2 milioni di abitanti.
Come le grandi metropoli europee noi dobbiamo ridurre le fratture. Anzitutto quella tra chi corre e chi è rimasto indietro o ha paura di non correre troppo veloce.
Pensate a chi vede, ogni giorno, il luccicare di questa città ma sente che quel successo non gli appartiene. Chi sente la proprio storia imprigionata dentro le fragilità economiche della propria famiglia di origine e dentro la propria via.
Pensate anche a chi, con un lavoro solido e magari anche con un autorevole percorso di studi alle spalle, sente che proprio reddito è troppo basso rispetto al costo della vita.
Oggi la politica ha bisogno di essere più coraggiosa delle regole dell’amministrare. Sono tempi non ordinari e abbiamo bisogno di risposte straordinarie per coniugare crescita ed equità sociale, sviluppo e transizione ambientale, efficienza e partecipazione pubblica…”
La scoperta dell’acqua calda.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano