Porta Ticinese – In via Scaldasole nel giardino condiviso bonifiche che non piacciono a tutti

Milano

Milano Porta Ticinese. Via Scaldasole è una strada che da corso di Porta Ticinese giunge sino a via Arena (una delibera comunale del 13 settembre 1865 aveva confermato il toponimo storico a questa antica contrada del Ticinese, già Stretta di San Pietro Scaldasole).

Lo strano nome della via, Scaldasole, non è che la corruzione popolare del latino medievale sculdasiolum, diminutivo di sculdasius, parola derivata a sua volta dal longobardo skuldhaizo. Italianizzato in “sculda-scio”, stava a indicare un capo longobardo con autorità civile e militare su una circoscrizione territoriale chiamata sculdàscia. In questo caso il termine sculdàsiolum stava a indicare che nell’antica strada aveva sede una sculdasia di importanza secondaria. Tale istituzione fu soppressa verso la metà dell’xI sec.

 

Mentre San Pietro in Scaldasole, che diede il nome alla strada, era un antico oratorio. Fu rifatto nel 1558 a cura dei disciplini (estromessi da San Vittore al Corpo dai frati olivetani), che vi tennero dal 1666 anche scuola per i figli dei poveri, grazie ai contributi del cittadino Giovan Battista Maroni ricordato al tempo da una lapide di marmo nero con lettere dorate. La chiesetta a navata unica sorgeva all’inizio dell’antica strada, sul lato pari e quasi all’angolo di corso di Porta Ticinese, fu abbattuta nel 1786 a seguito dei decreti di Giuseppe II. Probabilmente sul finire degli anni Novanta, quando venne realizzato il palazzo di via Scaldasole 6, qualcosa della vecchia chiesa venne rinvenuto (forse le decorazioni oggi inserite nell’androne del condominio), ma distrutto definitivamente.

Sul lato dispari si trovano le case del Comune che avrebbero bisogno di un intervento di restauro, visto che da anni ormai sono oscurate in parte dalle impalcature.

 

Ma veniamo al punto cruciale: il giardinetto condiviso Scaldasole.

La questione al centro del dibattito che sta animando i residenti della zona, è il futuro del giardino condiviso Scaldasole. Una piccola area verde sorta dopo i guasti bellici della Seconda Guerra Mondiale, e rimasti, come molte altre parti del Ticinese, in “stand by”, in attesa di venire sanati, spianati e ad uso speculativo, per decenni, sino a quando, venne trasformato in un’oasi verde grazie agli sforzi dell’associazione Civici, che negli ultimi 15 anni ha piantato numerosi gelsi, nespoli e castagni, organizzando inoltre attività culturali e ricreative per la comunità.

Da una parte ci sono le preoccupazioni dei residenti, dall’altra le rassicurazioni del Comune.

Tuttavia, in questi giorni alcuni alberi sono stati abbattuti, suscitando preoccupazione tra i cittadini, che temono la possibile eliminazione dell’area verde. Palazzo Marino ha rassicurato che i lavori in corso sono semplicemente operazioni di bonifica per riqualificare il giardino. Ma non tutti sono convinti.

Alcuni cittadini assieme a Legambiente avevano promosso una petizione nel 2018 per impedire la costruzione di un edificio al posto del giardino. Dal Comune rassicurano con la voce dell’assessora al Verde, Elena Grandi, che l’abbattimento degli alberi è necessario per consentire che lo spazio, attualmente di proprietà di operatori immobiliari privati e concesso in uso all’associazione Civici, torni sotto la gestione del Comune. In pratica uno scambio di volumetrie per mantenere l’area di via Scaldasole a giardino e spostando i diritti volumetrici nell’area dell’ex Garage Sanremo in via Zecca Vecchia (Cinque Vie).

L’assessora Grandi ha rassicurato: “Il giardino resterà, sono stati abbattuti solo tre alberi, vecchi ailanti pericolanti che sorgevano irregolarmente a meno di tre metri dalle facciate delle abitazioni”.

I lavori includeranno anche la bonifica del sottosuolo dai residui di piombo di un edificio bombardato durante la Seconda guerra mondiale. Inoltre sarà rifatta la cancellata e un allacciamento per l’irrigazione. I lavori si concluderanno in pochi mesi, restituendo alla cittadinanza un’area riqualificata.

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