Con quasi 500 tranvieri in meno e la continua emorragia di addetti tra pensionamenti e dimissioni volontarie e le assunzioni al lumicino (visti i salari da fame e ritmi di lavoro eccessivi) la crisi di ATM si sta mostrando letale per la vivibilità e l’ambiente della città e per l’azienda stessa.La cosiddetta “rimodulazione del servizio” attuata da ATM, entrata in vigore nel mese di novembre 2023, si è rivelata un massiccio taglio di bus, tram e metro che assommano a 400 mila corse l’anno, responsabili delle lunghe attese alle fermate, dei disagi per i cittadini e delle proteste con raccolta di firme per il ripristino delle corse come quelle dei comitati di quartiere. E’ diventato inevitabile il ritorno all’automobile per molti che la volevano lasciare a casa. L’ATM con il pretesto dell’entrata in attività (parziale) della M4 giustifica la riduzione dei servizi e pensa che i cittadini che non gradiscono lunghe attese avranno come buona alternativa l’auto, visto che si troveranno le strade meno congestionate dai mezzi pubblici. Una tesi che in nessuna città europea potrebbe prendere piede se non a Milano dove la sosta è ridiventata selvaggia, l’aria continua a peggiorare e il contratto di servizio Comune e ATM viene rinnovato senza gara.
Finalmente, l’Agenzia della Mobilità Metropolitana, ha fornito il numero dei mezzi pubblici circolati visto che il maggiore azionista dell’Agenzia il Comune di Milano non li rendeva pubblici. Il Comune dovrebbe far sapere se le corse tagliate, programmate e non, sono ancora oggetto di contributi pubblici all’ATM. La tesi del Comune sembra essere: meno tram e bus in strada e più circolano liberamente i mezzi privati.
Chi ha scelto di comprare un abbonamento annuale oggi si ritrova una offerta sensibilmente diminuita e incerta anche a causa dei tagli a sorpresa oltre a quelli programmati. E’ cosi che il Comune tiene sotto controllo i conti che sarebbero “gravati” da un pesante onere di servizo pubblico, che ne impedirebbe l’equilibrio di bilancio. Sono i Project Financing della M4 e della M5, che pesano negativamente sugli oneri finanziari del Comune.
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