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Per un autunno liberale

Attualità

Visto che ci avviciniamo alla stagione della resa dei conti, l’autunno del nostro scontento, forse è il caso di mettere giù un paio di idee per un Governo che ha ottenuto buoni risultati, ma che ora dovrebbe seriamente pensare a riequilibrare i rapporti di forza nella coalizione. E, per una volta, non si parla di poltrone, ma di idee. C’è bisogno un po’ di sano liberalismo. Nulla di traumatico, ma non si può navigare a vista negli stretti sovranisti per cinque anni. Alcuni punti non economici:

1. Cittadinanza.

Al netto dei voli pindarici di Repubblica, il partito allo ius soli ha detto, correttamente no. Ma essendo un partito pragmatico si deve dire di sì a qualcosa. E questo qualcosa potrebbe anche avere senso, una volta tanto, no? Partiamo dalla realtà: cosa rende il sistema attuale intollerabile? I tempi. Chiedi la cittadinanza a 18 anni e te la danno anni dopo. Questa cosa non appartiene ad una nazione civile. Soprattutto se ci si aggiungono una serie di norme capestro sui viaggi che sei ammesso a fare prima. Lo ius scholae, alla fine, produce richieste anticipate, nella speranza che per i 18 anni arrivino le risposte. Ma non è particolarmente utile, voglio dire non credo che nessuno muoia dalla voglia di dare la cittadinanza ai maranza, giusto? Allora, se vogliamo proprio far chiedere la cittadinanza alla fine dell’obbligo scolastico facciamolo, ma prima assicuriamoci che dopo 60 giorni arrivi una risposta. Non sei mesi. Non sei anni. Sessanta giorni. E puliamo un po’ di limitazioni. Questo in Parlamento potrebbe avere una maggioranza trasversale.

2. Giustizia

Oggi è più che mai necessaria una amnistia degli innocenti. Metà dei detenuti è innocente. Nel senso che non ha un verdetto di condanna. Questa gente in carcere o non ci deve stare o deve starci il meno possibile. Non ha senso buttare fuori la metà dei detenuti che una condanna definitiva ce l’hanno, ma dobbiamo intervenire assolutamente per tirare fuori chi non ci dovrebbe stare. Anche qui, salvo il partito del Fatto Quotidiano, chi potrebbe essere contrario?

3. Concessioni balneari (e poi tassisti)

Ho capito che due partiti della nostra maggioranza (e pure qualcuno dei nostri…) hanno vinto le elezioni con promesse mirabolanti, ma è finita. Le gare si faranno e saranno vere. Ogni tentativo di gioco di prestigio costerà un sacco alla Nazione e non sposterà di un metro la questione. Il nostro ruolo sarà quello del paziente consigliere che spiega al Re che, alla fine, quei bei vestiti non sono mai esistiti e lui è, semplicemente, nudo.

Dal punto di vista economico… sarà da piangere. Però alcune cose si possono fare. La prima è spiegare a Giorgetti che il concordato preventivo non si può fare con quel frutto di abuso di allucinogeni detti Indici Sintetici di Affidabilità. Sono uno strumento da Santa Inquisizione, farraginosi, del tutto inutili e non correggibili sulla base di sconti di tasse. Buttateli via. Il concordato preventivo funzionerà se userete le serie storiche. Quanto hai fatturato di media negli ultimi 3 anni? 30Mila euro? Ok, se l’anno prossimo se fatturi 35mila non ti controllo. Fine. Con gli ISA mi sono sentito chiedere di triplicare l’attivo di una società di consulenza. E moltiplicarlo per cinque l’anno dopo, tenendo conto che faccio solo fatture elettroniche, quindi l’evasione non esiste. In sostanza dovrei tagliare le spese lavorative. Io avrei un’idea diversa: e se le spese le tagliasse lo Stato? Così per dire, eh.

E poi cominciamo a uscire dall’era dell’ANAC. L’Anticorruzione non funziona così com’è: sono solo costi per cose del tutto inutili. Dal Whistleblowing all’indicazione del titolare effettivo (che dopo un anno ancora non si sa se sia obbligatoria), queste idiozie da sistema cinese dei crediti sociali va smantellato alla base. Non ha prevenuto un solo episodio corruttivo ed è costato miliardi.

Ecco, in breve queste potrebbero essere delle linee guida a costo zero (o quasi) per la finanziaria 2025. E per un nuovo capitolo nella rivoluzione liberale.

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