Agosto e record di mani tese, in coda, per il pane

Milano

Via Toscana squaderna ogni giorno la povertà di una Milano bisognosa che deve tendere la mano per mangiare. Un agosto da record, sotto l’afa e il sole bollente, una coda infinita va al Pane Quotidiano, con ordine e la consapevolezza di essere “povero”. Lontanissime le spiagge, le montagne rilassanti: la priorità viene data alla sopravvivenza, con l’umiltà del bisogno. Giovani, anziani, famiglie, stranieri e italiani, ultimi e nuovi poveri nella vorticosa ascesa di una città che li ha dimenticati.

Nel  corridoio di Pane quotidiano è appesa una vecchia lastra di metallo bianco con la scritta nera: ‘Fratello, nessuno qui ti domanderà chi sei né perché hai bisogno, né quali sono le tue opinioni’

AGI riferisce: Luigi Rossi, il vicepresidente dell’organizzazione ‘Pane Quotidiano’ che da 126 anni a Milano riempie le mani vuote a chi lo chiede senza chiedere perché lo chiede, prevede che “quest’anno supereremo un milione e mezzo di passaggi, il record di sempre”

Luigi Rossi, amministratore delegato di una società finanziaria che nell’esperienza al ‘Pane Quotidiano’ mette cuore e ingegno per generosità, ci accompagna nella “stanza di Robin Hood”. “La chiamo così perché è dove organizziamo le cene di beneficenza e cerco di ‘rubare’ ai ricchi per dare ai poveri. Ma Milano in verità è molto generosa, capisce e aiuta e senza necessità di avere nulla in cambio. I pasti che prepariamo sono tutti regalo delle aziende. Capita poi che si presentino imprenditori che firmano davanti a me assegni da trecentomila euro, chiedendo riservatezza. Essere laici ci aiuta nei rapporti con le imprese internazionali che hanno persone di tutte le religioni. Abbiamo talmente tanti volontari che c’è la lista d’attesa. Ora ci aiutano tantissimi giovani. C’è anche un ‘gentlemen agreement’ con la Bocconi: chi viene beccato a fare qualcosa che non dovrebbe può scegliere tra l’espulsione o un anno di volontariato da noi. Se viene, spesso poi resta’”.

Osserva una volontaria “Da tre anni prendo 600 euro di pensione, ho qualche problema di salute, non posso fare altro. Vengo qui. Poi, quando riesco, compro carne e pesce, serve anche quello per la salute”. Danila la volontaria che oggi mette il pane nei sacchetti conferma che tanti sono come lei: “Quando ho iniziato a dare una mano, due anni fa dopo 40 anni da impiegata, è stato molto forte perché non comprendevo la quantità di persone che vedevo sfilare. Non bisogna pensare che siano per lo più senzatetto. Vedo tantissimi pensionati italiani e famiglie coi bambini che hanno un reddito. Nel tempo con alcuni di loro si è creato un rapporto di cordialità. Ci sono anche tanti ucraini, immagino siano scappati dalla guerra ma non ne sono certa perché non parlano italiano. E poi, asiatici, sudamericani: famiglie dignitose, ordinate. Non serve solo il pane, a volte vado da loro durante la fila per guardarli negli occhi”.

1 thought on “Agosto e record di mani tese, in coda, per il pane

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.