Greta Thunberg nel corteo per il clima e la Palestina a Milano

Milano

“Se come attivista per il clima non si lotta anche per la liberazione della Palestina e per la fine del colonialismo e dell’oppressione in tutto il mondo, allora non ci si può definire attivista per il clima”. Lo ha detto Greta Thunberg al corteo dei Fridays for future a Milano, che si è tenuto venerdì mattina. “Non si può pretendere di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli colonizzati ed emarginati di oggi”, ha detto. 

L’attivista svedese, fondatrice del movimento internazionale Fridays for future, ha sfilato con gli studenti milanesi da largo Cairoli indossando una kefiah. “Uscire dalla zona di e chiedere la fine di questo genocidio è una questione umanitaria di base. – ha ribadito -. Il silenzio è complicità, non si può essere neutrali in un genocidio. Anche se il mondo cerca di metterci a tacere, noi torneremo e faremo ancora più rumore. È in gioco tutto. Nessuno sarà libero finché tutti non lo saranno”.

Migliaia di manifestanti hanno preso parte al corteo, sfilando per le strade di Milano. Con il megafono in mano, Greta Thunberg ha detto che violenze, oppressioni, genocidi, ecocidi, carestie, guerre, colonialismo sono questioni “tutte interconnesse”. Mentre cammina con gli attivisti di Fridays for future, intorno a lei si intonano i cori “Palestina libera”, “Intifada fino alla vittoria”, “From the River to the Sea Palestine will be free”.

Davanti al Museo della Scienza e della Tecnica è stato piazzato un missile di cartapesta “perché è finanziato da Leonardo che aiuta a bombardare Gaza”. Greta Thunberg ha anche affermato: “I palestinesi hanno vissuto per decenni sotto l’oppressione soffocante di un regime di apartheid e nell’ultimo anno, con il genocidio in diretta streaming di Israele, il mondo ha nuovamente abbandonato la Palestina”. 

I Fridays for future sono tornati in piazza per scioperare contro la crisi climatica, intersecando le loro istanze con quelle delle proteste pro-Palestina. Le richieste di cessate il fuoco e “stop al genocidio” compaiono spesso nei cortei degli attivisti climatici dall’inizio della guerra in Medioriente. La leader svedese del movimento è solita prendere parte alle manifestazioni indossando la kefiah.

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