Il 20 ottobre del 1944 Milano e, in particolare il quartiere Gorla, pagò un prezzo spropositato ma soprattutto inutile, al conflitto mondiale che stava per concludersi: una bomba sganciata erroneamente ma più verosimilmente con leggerezza e disumanità dagli aviatori americani alleati, devastò la scuola elementare “Francesco Crispi” uccidendo 184 alunni con i loro insegnanti ed alcuni genitori che al suono delle sirene d’allarme erano accorsi per portarli in salvo, la peggiore strage di bambini effettuata nel nostro paese dagli alleati.
Un episodio che sconvolse le vite di un intero quartiere e che ha tante cose da insegnare ancora oggi. È per questo che ne vogliamo parlare.
La storia è lunga da raccontare ma deve essere conosciuta per il rispetto alla memoria di queste vittime innocenti e di tutte le vittime civili dei conflitti di ieri e di oggi perché, forse, la cosa peggiore delle guerre è che non vengono combattute solo al fronte o dai militari, ma si portano dietro milioni di martiri civili senza colpa e questo è umanamente inaccettabile.
Cosa successe quel giorno e nei mesi successivi in Italia? L’esercito americano che arrivò da noi armato fino ai denti con l’intento di liberare il popolo italiano dagli oppressori commise tanti errori.
I plotoni aerei Americani risalirono da Sud a Nord della nostra penisola bombardando le nostre città non solo in punti strategici dove potevano danneggiare i nemici (fabbriche di armi, officine meccanico-siderurgiche in piena attività, probabilmente al servizio dell’industria bellica) ma anche lasciando cadere tonnellate di bombe sulla popolazione civile.
Quasi tutte le Regioni italiane furono toccate da quel genere di attacchi, tra le principali città coinvolte possiamo ricordare (partendo dal Meridione) Napoli, Bari, Foggia, Campobasso, per passare al Centro con la distruzione del quartiere di San Lorenzo nella Capitale e, attraverso il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino, arrivare nel Settentrione dove si erano ritirate le truppe tedesche in fuga. (La storia completa e tante testimonianze si trovano qui: www.piccolimartiri.it)
Per prendere esempio dal caso dei martiri di Gorla, ma in tutte le altre stragi di innocenti si è replicato lo stesso dramma, il dolore e la disperazione sono durati decenni, ben oltre quel maledetto giorno. Genitori, fratelli, nonni e parenti portarono sulle spalle anche il peso delle mancate scuse da parte delle istituzioni politiche e militari americane e le fatiche della ricostruzione economica e morale.
Al posto della scuola bombardata è stato eretto un monumento-ossario con i resti delle piccole vittime che, è bene ricordare, fu costruito interamente con le risorse dei genitori dei bimbi e senza nessun aiuto dal Comune che, anzi, in un primo momento aveva messo in vendita quel terreno che venne opzionato addirittura per costruire un cinema!
Nei decenni trascorsi, attraverso testimonianze, libri, interviste sui maggiori Quotidiani anche a livello nazionale e altri mezzi di comunicazione, i genitori dei Piccoli Martiri ed i sopravvissuti alla strage della Scuola di Gorla hanno sempre cercato di tenere viva la Memoria per evitare che questa triste vicenda finisse nell’oblio. Lavoro necessario vista l’assenza di ogni riferimento alla Scuola di Gorla nei libri di testo utilizzati nelle Scuole italiane.
Ogni anno, il 20 ottobre si celebra una Messa e ci si ritrova per ricordare quella carneficina. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
Giornalista professionista fin da giovanissima inizia scrivendo di moda, attualità e costume su Cosmopolitan e Capital. Dal 1997 al 2022 è redattore al Sole24Ore coltivando in parallelo la passione per le storie legate al food&wine.
Scrive per l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, gira l’Italia con la troupe di Gustochannel e dal 2011 fino al maggio 2017 è stata Vicedirettore di Italia a Tavola.