Assolombarda-Spada “Indispensabile nucleare e PGT allarghi sguardo a città metropolitana”

Milano

Questi i passaggi più significativi dell’intervento del presidente Alessandro Spada all’Assemblea di Assolombarda

“Garantisce la più alta produzione energetica a fronte della minore emissione di CO2 e ci permette di ridurre l’esposizione ai rischi geopolitici. È una priorità importante per il nostro territorio: due terzi del fabbisogno nazionale di energia viene dal Nord Italia, che può far meno affidamento su alcune fonti rinnovabili, come, per esempio, l’eolico. In Cina poche settimane fa sono stati approvati ben 11 nuovi reattori nucleari e si stima che la loro costruzione durerà 5 anni. Apprezziamo l’impegno da parte del Governo di arrivare ad un quadro giuridico entro la fine dell’anno, così come l’impegno del Mimit di realizzare una newco italiana con partnership tecnologica straniera per i reattori di terza generazione. Serve però anche una precisa pianificazione finanziaria e operativa. Il nucleare è una fonte imprescindibile – insieme al gas naturale, alle rinnovabili, all’idrogeno – per assicurare una strategia di transizione energetica. Intanto, gli studi ci dicono che 20 impianti small modular reactor porterebbero a più di 50 miliardi di euro di PIL aggiuntivi, attivando fino a 117.000 occupati dal 2030”

– Per quanto riguarda il prossimo Pgt del Comune di Milano “queste sono delle linee guida quindi ne prendiamo atto. Non abbiamo ancora approfondito nel dettaglio. Noi siamo per cercare di allargare sempre di più l’area metropolitana milanese con maggiori collegamenti verso l’esterno. Questa deve rimandare la priorità. Non  concentrarsi solo su quello che è lo sviluppo interno di Milano, che ha già avuto e funziona bene” perché “quello che Milano soffre è la troppa domanda che non si riesce a soddisfare”. “Per riuscire a soddisfarla bisogna allargare Milano, quindi io mi auguro che ci siano provvedimenti che vadano più in questa direzione”

In riferimento al piano di transizione 5.0 “la misura, arrivata con troppo ritardo, non sta decollando. Secondo Ucimu, finora sono arrivate richieste per soli 70 milioni di crediti d’imposta di cui 45 milioni già fruibili ma siamo ben lontani dai 6,3 miliardi di incentivo potenzialmente utilizzabili entro la fine del prossimo anno. Il motivo lo sappiamo tutti e lo abbiamo detto in molte occasioni: la burocrazia. Tempistiche stringenti non calibrate sulla reale messa a regime degli investimenti; complessità di procedure e vincoli; incertezze tecniche”. “Lo sappiamo: sono risorse europee negoziate a lungo con Bruxelles. Ma proprio noi abbiamo dato con Industria 4.0 un esempio virtuoso. Possibile che non si riesca a replicare un modello vincente che ha dimostrato di funzionare così bene al punto che solo noi in Europa abbiamo continuato ad investire nonostante la tempesta di crisi degli ultimi anni?”. “Allora chiediamo di costituire subito una task force per gestire con flessibilità le tante domande di chiarimento da parte delle imprese – ha aggiunto – E di prevedere al più presto una serie di interventi di semplificazione che consentano effettivamente il decollo della misura. Partiamo dal meccanismo di prenotazione dei fondi e dalla individuazione delle finestre di ammissibilità degli investimenti”.

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