6000 denunce di atti di violenza a Milano. Al Tribunale una mostra focalizza la violenza per stupro

Milano

“A Milano abbiamo tantissime denunce di violenza. Tra la violenza da strada, i maltrattamenti e i cosiddetti reati-spia, abbiamo circa 6mila denunce l’anno di persone note, quindi è tantissimo. Solo per Milano e dintorni 6mila fascicoli”. Così il procuratore aggiunto di Milano, Letizia Mannella, a margine di una mostra sulla violenza di genere a palazzo di giustizia. “In Italia si sono fatti passi da gigante col Codice rosso e quello rafforzato”. Soprattutto il primo “ha cambiato la mentalità di noi cittadini tutti e anche delle forze di polizia, dei magistrati e di tutte le persone che si occupano di questo tipo di delitti“, conclude.

La violenza per stupro è la più odiosa. E mai allontanare solo con un gesto di fastidio, la notizia di uno stupro. La frequenza a Milano è tale che viene notificata come cronaca, un atto criminale come tanti, ma la violazione perpetrata ha l’enormità di strascichi indelebili nell’anima delle vittime.

Una sopraffazione violenta che di per sé dà la misura dell’estrema ignoranza, di un cuore inesistente, dell’animalità di chi compie uno stupro.

In Tribunale alla vittima viene chiesto “Com’eri vestita?”, che a mio giudizio lede la libertà della donna, ma la descrizione degli abiti conferma che l’abbigliamento è banalmente quotidiano, senza provocazioni di nessun genere: una tuta, un tailleur, un paio di jeans con un maglione, un vestito o una minigonna, ma anche un semplice pigiama o un grembiule delle pulizie. E al Tribunale di Milano è stata allestita una mostra con questi abiti perché ogni abito rappresenta una violenza, la storia di una donna vittima di stupro. La mostra è stata promossa  da Libere Sinergie dal titolo  ‘Com’eri Vestita?’ Attraverso 17 storie di abusi affiancate dalla fedele rappresentazioni degli abiti indossati al momento della violenza, la mostra diventa l’occasione per riflettere sulla violazione dei diritti delle donne e il punto di partenza per scrivere una contro-narrazione.

Nessun pregiudizio, quindi che sia l’abbigliamento la causa o la giustificazione di una violenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.