Apre nuovamente le sue porte al pubblico per tre weekend di novembre
Torre PwC: al via, da oggi 9 novembre, “Sguardi dalla Torre – Picasso” PwC Italia conferma il proprio impegno nel sostegno alla cultura diffusa ospitando l’opera “La loge (Le balcon)” di Pablo Picasso, dalla collezione permanente della Pinacoteca di Brera, esposta al pubblico per la seconda volta nella storia Con “Sguardi dalla Torre – Picasso” PwC Italia apre nuovamente al pubblico le porte della propria Torre a Milano per un’immersione nell’arte godendo del panorama straordinario offerto dall’ultimo piano, a 130 metri d’altezza
Grazie all’avvio di un percorso di collaborazione con la Pinacoteca di Brera, Torre PwC – Piazza tre Torri, City Life, Milano – apre di nuovo le porte al pubblico ospitando al 27esimo piano l’opera “La loge (Le balcon)” di Pablo Picasso, un elemento della scenografia realizzata nel 1921 dall’artista per lo spettacolo teatrale “Cuadro Flamenco”.
Annunciato un nuovo weekend di apertura al pubblico il 23 e 24 novembre, i posti saranno prenotabili, gratuitamente, da lunedì 11 novembre alle ore 15.00 collegandosi al link pwc.com/it/picasso. La prenotazione è obbligatoria.
“Sguardi dalla Torre – Picasso” porta i visitatori a godersi l’arte a 130 metri d’altezza immersi in un panorama straordinario sulla città di Milano, all’interno dell’opera d’arte architettonica disegnata dall’architetto Daniel Libeskind. L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività del progetto “PwC per la cultura”, attraverso il quale PwC vuole contribuire alla crescita socio-culturale del Paese, creando occasioni di condivisione del patrimonio artistico italiano sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno, verso le comunità territoriali nelle quali opera. PwC, organizzazione che in Italia conta oltre 9.000 professionisti, con un’età media di circa 30 anni, e che offre alle imprese servizi fiscali, legali, di revisione contabile e di consulenza, ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese, con l’obiettivo di parlare alle nuove generazioni.
“PwC per la cultura è una declinazione di quello che siamo. E’ un modo per condividere il nostro manifesto valoriale che ha al centro le persone (PwC è una organizzazione di persone il cui lavoro torna sulle persone). La cultura stimola la curiosità delle persone, attiva e mantiene attivo l’intelletto. Questo è un elemento fondamentale alla base della formazione e della crescita non solo di chi lavora insieme a noi in PwC ma per tutti noi e per l’ecosistema in cui operiamo” commenta Alessandro Grandinetti Partner, Clients and Markets Leader di PwC Italia.
“Sono felice di questa collaborazione con PwC. L’esposizione nella Torre di PwC, inoltre, va nella direzione di una maggior valorizzazione del nostro patrimonio, soprattutto come nel caso dell’opera di Picasso che per molti anni non è stata visibile al pubblico. In questo senso, ripariamo un vulnus, di fatto aprendo i nostri depositi ai visitatori” commenta Angelo Crespi Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense.
“In questi anni abbiamo cercato a lungo una nuova opportunità che sentissimo vicina ai nostri valori e al nostro approccio e che potesse stimolare la curiosità e l’intelletto delle persone. Il percorso, che sarà di lunga durata, avviato con la Pinacoteca di Brera ci ha offerto questa straordinaria possibilità che ci vedrà poi al loro fianco anche all’interno della Pinacoteca di Brera” commenta Chiara Carotenuto Communication, Engagement and Branding Director.
L’allestimento espositivo dell’opera “La loge (Le balcon)”, che ricrea uno scenario fuori dai canoni delle esposizioni museali, è stato ideato e curato da Bertone Design Group.
L’opera
L’opera di Picasso che sarà esposta nei tre weekend di apertura al pubblico è “La loge (Le balcon)”, un elemento della scenografia realizzata nel 1921 da Pablo Picasso per lo spettacolo teatrale “Cuadro Flamenco” proposto dall’impresario Sergej Djagilev, fondatore dei Ballets Russes, la compagnia di danza che agli inizi del Novecento proponeva con successo eventi teatrali che univano il meglio delle avanguardie contemporanee in campo musicale, poetico e artistico.
La scenografia realizzata dall’artista spagnolo, uno dei più grandi maestri dell’arte del XX secolo, rappresenta un teatro nel teatro dipinto con palchetti, sipario e quinte. Un’architettura teatrale francesizzante, in stile Secondo Impero, con decorazioni in stucco bianco e oro, cortine rosso porpora e due livelli di palchetti al lato del proscenio che Picasso popola di spettatori. I due balconcini di sinistra ospitano coppie in abiti eleganti, quello di destra due figure femminili. L’opera “La loge (Le balcon)”, acquisita dalla Pinacoteca di Brera nel 1976 ed esposta per soli pochi mesi nel 2015 a valle di un intervento di restauro, è un frammento della scenografia che, per ragioni economiche, Djagilev stesso nel 1926 fa tagliare, per isolare e rivendere i dettagli figurativi più significativi, ciascuno con la firma autentica di Picasso.
PwC in Italia
In Italia, PwC è presente su tutto il territorio in 24 uffici con oltre 9.000 professionisti impegnati a garantire qualità nei servizi di revisione, di consulenza strategica, legale e fiscale alle imprese. Il purpose di PwC “build trust in society and solve important problems” ha come punto di forza la capacità di coniugare la conoscenza dei mercati locali con un’organizzazione di respiro globale, fornendo un’ampia gamma di servizi in modo integrato e multidisciplinare.
Pinacoteca di Brera
Museo di statura internazionale, la Pinacoteca di Brera nacque a fianco dell’Accademia di Belle Arti, voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1776, con finalità didattiche. Doveva infatti costituire una collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti. Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significati provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi. Brera quindi, a differenza di altri grandi musei italiani, non nasce dal collezionismo privato dei principi e dell’aristocrazia ma da quello politico e di stato. Infatti a partire dai primi anni dell’Ottocento, anche in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi, vi confluirono i dipinti requisiti da chiese e conventi lombardi, cui si aggiunsero le opere di identica provenienza sottratte ai vari dipartimenti del Regno Italico. Questa nascita spiega la prevalenza, nelle raccolte, dei dipinti sacri, spesso di grande formato e conferisce al museo una fisionomia particolare, solo in parte attenuata dalle successive acquisizioni.
Scheda di approfondimento sull’opera Pablo Picasso La loge (Le balcon), 1921 Olio su tela, 191,3 x 141 cm Milano, Pinacoteca di Brera, inv. 5054
Nella smisurata, e ampiamente analizzata, produzione di Pablo Picasso l’attività legata al teatro riserva interessanti e poco noti spunti di riflessione, connessi specialmente con le relazioni personali tenute dal maestro con quel peculiare ambiente culturale. Dal 1917 Picasso ha l’opportunità di sviluppare delle prime suggestioni in grandi capolavori, poiché viene chiamato a realizzare scenografie, sipari e disegni di costumi per gli spettacoli dei Ballets Russes, la compagnia di danza che agli inizi del Novecento proponeva con successo eventi teatrali, che univano il meglio delle avanguardie contemporanee in campo musicale, poetico e naturalmente artistico. Geniale guida della compagnia era l’impresario russo Sergej Djagilev, che in circa vent’anni di attività coinvolse nomi importanti quali: Claude Debussy, Maurice Ravel, Igor’ Stravinskij, Michail Larionov, Joan Miró, Léon Bakst, Henri Matisse, Natalia Goncˇarova, Salvador Dalí; al suo infallibile intuito non poteva certo sfuggire il talento creativo di Pablo Picasso.
Djagilev all’inizio propone a Juan Gris di lavorare a Cuadro Flamenco, ma lo scarso entusiasmo mostrato dall’artista – forse per ragioni di salute –, il forte interesse di Picasso e la fretta di mettere in scena una nuova opera spingono l’impresario a optare per alcuni bozzetti già ideati per Pulcinella inizialmente rifiutati. Lo spettacolo, rappresentato a Roma nel 1920, aveva subito infatti una gestazione abbastanza complessa, con la redazione di ben tre versioni di scenografie differenti, raffiguranti la cavea di un teatro d’ispirazione napoletana – un teatro nel teatro – dipinto con palchetti, sipario e quinte, che introduceva a un ulteriore finto scenario, con fondale dedicato a una veduta di Napoli col Vesuvio. La scena di Cuadro Flamenco nasce quindi dalla seconda versione partenopea e propone un’architettura teatrale francesizzante, in stile Secondo Impero, con decorazioni in stucco bianco e oro, cortine rosso porpora e due livelli di palchetti occupati da spettatori.
Con un abile gioco d’immagine dentro l’immagine, l’artista sceglie come soggetto il luogo scenico stesso: dipinge in rosso, nero e oro e a trompe-l’œil la sala di un teatro in stile Napoleone III, con soffitto a volta modanata e affrescata, due ordini di palchi e spettatori seduti. L’interno appare descritto nei dettagli architettonici di modanature, colonne, stucchi in gesso dorato e ovale centrale raffigurante un suonatore di tromba; il dettaglio di un primo studio di questo personaggio è riprodotto in uno dei disegni parigini, accompagnato da schizzi architettonici. Una cortina rossa, geometricamente ripiegata, segna la separazione fra lo spazio del pubblico e il boccascena, che si apre su un interno prospetticamente descritto e contemporaneamente ribaltato e negato: gli angoli della stanza, piuttosto che l’idea di profondità, sembrano spingere la parete di fondo in avanti e portano in primo piano l’oggetto centrale della scena, un quadro con una stilizzata natura morta di fiori. Picasso immagina di popolare il finto teatro con spettatori accomodati all’interno di palchetti al lato del proscenio: i due balconcini di sinistra ospitano coppie in abiti eleganti, quello di destra due figure femminili. Della loggetta in basso a sinistra conosciamo due disegni a matita su carta, pure conservati. Per ragioni economiche, Djagilev stesso nel 1926 fa tagliare, per isolare e rivendere i dettagli figurativi più significativi e in cui figura la firma di Picasso: “Ven- derò […] quelle parti dello scenario di Cuadro Flamenco con incluse delle figure, poiché sono tutte firmate. Ho già trovato un acquirente in Germania, e con quel denaro potrò allestire nuovi spettacoli”. Il dipinto “La loge (Le balcon)”, per anni conservato – e quasi dimenticato – nei depositi della Pinacoteca di Brera, è esattamente uno di quei frammenti risparmiati e venduti.
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