Attesa, sorpresa, e infine un grande halleluja si è elevato dalla platea di discografici, talent scout, vocal coatch e musicisti il 5 ottobre scorso nel Teatro Domenico Savio di Osio Sotto, prov. di Bergamo. Siamo nella lenta provincia lombarda: va in onda la finalissima del Talent Show “Fattore K” ( nato nel 2020, in piena pandemia, da un’idea di Francesco Mignosi), e vince per acclamazione Francesca Fagiani, con la sua esibizione magistrale di Voilà, tormentone francese. Ed è la vittoria di una canzone tradizionale, romanticona, con un testo profondo, con una cantante che non esibisce le terga per i calendari da camionisti ma ha una ugola d’oro, che ricorda Edith Piaf e si esibisce con guanti neri e abito nero da sera, con panteresche mosse alla Jula de Palma e se vogliamo con il nobile tocco chic della Vanoni ai tempi di Gino Paoli.
La Fagiani sconcerta: ai tempi del pensiero unico televisivo ( Amici e altre catene di montaggio di plastica) non balla, non scimmiotta i Maneskin, non esegue un noioso rap ma canta l’amore, anzi, l’amour. Canta in francese e vince.
Una rivoluzione dalla lenta provincia lombarda, che meriterebbe l’attenzione di Filippo Sugar e di Caterina Caselli, che presidiano l’ultimo avamposto discografico italiano rimasto sul mercato.
Parla Francesco Mignosi, che ha inventato Fattore K. Un talent insolito.
“Oggi il confine tra dilettanti e professionisti è molto labile” ci racconta. ”Mi sono accorto che nei tanti locali della provincia dove si fanno gare di karaoke ci venivano anche degli over, o magari delle ragazzine, molto dotate musicalmente, ma inesperte di teoria musicale… Certo poi ci sono i talent veri in tv, ma là se non hai le spalle coperte dal punto di vista discografico, produttori etc, non arrivi lontano…”
UNA NAVE SCUOLA, DAL KARAOKE AL PALCO
Ed ecco il contest Fattore K: musicologi, critici discografici, vocal coatch girano la provincia di Bergamo e vanno nei locali, nei bar dove alla sera si gioca a Saremo. I così detti dilettanti, magari con anni di studio di pianoforte alle spalle, si esibiscono davanti a una improvvisata platea. Ma è solo una corrida?
”Queste gare nelle sale di karaoke hanno un limite, c’è una base e su quella devi cantare. E spesso un cantante non esprime tutte le sue possibilità canore nella tonalità della base musicale, che è su misura di un altro cantante. Ed ecco che i nostri critici offrono, e tutto gratuitamente , una base efficace della loro canzone: facciamo delle audizioni, si vota e alla fine emerge un vincitore. Che non è un professionista ma nemmeno un dilettante da Corrida. … E dal mio contest sono usciti dei veri talenti, c’è una ragazzina che adesso apre i concerti di Fiordaliso, un’altra partecipa agli show di Jerry Scotti,…insomma è la nostra è una nave scuola. Un emergente può essere anche un over, un quarantenne: alla fine abbiano preparato un teatro, e dal voto della giuria ecco il trionfo di Francesca Fagiani “
LARGO ALLA CANZONE ITALIANA, BASTA COL RAP MALEDUCATO
E’ una rivoluzione canora, che non a caso nasce in provincia.
“ Oggi si sente nell’aria che ci sarà una svolta nella musica: forse lo vedremo già a Sanremo. Torna la melodia, la bella canzone che fa ballare e innamorare le coppie..la bella melodia italiana che piace all’estero.. ve la ricordate “E la chiamano estate” di Bruno Martino? Arrivederci di Bindi?
Quante coppie si sono ritrovate ascoltando certe canzoni…” ci racconta Francesca Fagiani.
Il debutto di Francesca Fagiani a Milano si terrà al locale cult il Barrio’s, mercoledì 20 novembre alle 19, ospite di un contest, il festival DROP THE ROCK BOMB di Lorenzo Lorenzelli che vede sfidarsi decine di band lombarde sul suo palcoscenico.
Qui Francesca presenterà la sua nuova canzone, Rumbamor. La incontriamo durante le prove, a fianco di Luciano D’Addetta, il noto compositore di colonne sonore.
“Torneranno presto le cantanti sensuali, ben vestite, sentimentali, femminili, che per avere successo non mostrano tette e lati B ma la loro voce…Io la chiamo la Buona Musica.
“Voilà” ha un messaggio,,, come le mie nuove canzoni che sto preparando.. guardate i video dove viene cantata Voilà…la gente piange…si commuove…è davvero giusto quello che diceva Sgarbi..”
“E che diceva?”
“La gente ha bisogno di poesia, ed oggi le poesie sono le canzoni…
Ed è la forza della canzone francese… Una canzone che è sempre bella musicalmente e che commuove,.. E hai mai letto il testo dell’Inno all’amore della Piaf? ? Cosi profondo e spirituale…
Io sono una via di mezzo tra Edith Piaf, la Vanoni e la Mannoia.. e non dimenticate Jula de Palma.. Qualcuno si ricordala canzone “Tua”? Una canzone sensuale come non mai, che venne censurata in Rai. E Jula era vestita da grandi sarti…”
“Parlaci delle tue nuove canzoni”
“Ho un collaboratore eccezionale… il compositore Luciano D’Addetta che all’ultimo festival di Venezia è stato premiato con il leone di Vetro.
RUMBAMOR è un ballabile che inciderò in tre versioni, italiano spagnolo e francese…Una donna invoca l’amato sulla spiaggia, tra i chiringuiti …
Ma poi non dimentico il sociale. IO NON CREDEVO CHE IN QUESTA PRIMAVERA è una canzone nello stile di Boris Vian e di Fabrizio de Andrè..parla della guerra..Un grido per la pace.
Valige, ovvero Bagage. Un lentone. Un nuovo inno all’amore… una canzone che mette i brividi…La storia di una donna che è come una mela sola e mai colta perchè è sul ramo più alto di un albero… difficile da raggiungere…E questo è un verso preso da Saffo… Porterò questa canzone ad Avignone dove abita Mireille…Spero che la canteremo insieme all’Olimpia di Parigi.
“… e dunque per te è finito il tempo del rap e delle parolacce?”
“Vedi, andiamo nelle dispregiate balere… la gente vuole ballare, conoscersi con una canzone….sta tornando il ballo della mattonella… quale metodo migliore per conoscere un partner?
Ma la canzone sentimentale e romantica si è un po’ arenata con il liscio…. I dischi non si vendono più, e come può sopravvivere oggi un complesso musicale? Facendo serate… Un cantante vive di diritti di Siae… e allora tutti i musicanti si sono improvvisati parolieri e compositori, con orrende schifezze…Il liscio ha distrutto come sottoprodotto la bella canzone italiana.. Di Mogol e di Battisti ne nascono pochi…
Io propongo ora una rivoluzione: torniamo alla melodia, alla bella canzone italiana che fa innamorare le coppie. La cantante deve tornare ad essere una sacerdotessa dell’amore.
In questi tempi difficili una bella canzone è un valore aggiunto per affrontare la vita. Torniamo all’antico e sarà un progresso, ”