Sicurezza a Milano: un vuoto di azione

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La realtà non percepita

Le sfide legate alla sicurezza, alla povertà e all’immigrazione sono questioni sempre più centrali. Temi che non trovano risposte adeguate dalla Giunta Comunale, creando un crescente disagio ai cittadini e tensioni tra le diverse comunità.

Rapine, atti di vandalismo, furti nelle abitazioni; le risposte non ci sono, mancano politiche di prevenzione per evitare una ulteriore spinta alla criminalità, ma sembra che la Giunta Comunale non abbia un piano efficace in merito.

Sicurezza: un vuoto di azione

Una lacuna evidente dell’amministrazione Sala è infatti la mancanza di azioni sulla sicurezza. La microcriminalità – che ormai di “micro” ha ben poco – mina la tranquillità di interi quartieri. Se nei centri ben illuminati e pattugliati i residenti facoltosi possono ancora sentirsi relativamente al sicuro, in molte zone periferiche e persino in alcune aree centrali, la paura è diventata parte della quotidianità.

Considerare la paura  dei milanesi una  “percezione” alimenta il senso di abbandono tra i cittadini che non si sentono protetti. E mentre si dibatte su progetti avveniristici, la realtà è che una parte crescente della popolazione evita di uscire la sera, temendo per la propria incolumità.

L’accusa più di frequente rivolta al sindaco di Milano è quella di concentrarsi su temi non prioritari per la maggioranza dei cittadini, soprattutto in un contesto di crisi economica e sociale. L’amministrazione  indirizza risorse e attenzione a  iniziative destinate a una minoranza benestante, trascurando questioni fondamentali come sicurezza e degrado urbano.

“E’ solo una percezione, dipende dal Governo, il sindaco non ha poteri”

Ma è realmente così?

I poteri del sindaco di Milano

Il sindaco di una città, figura centrale della Giunta Comunale, ha una serie di poteri che gli consentono di influenzare direttamente le politiche e la direzione amministrativa della città. Tra le competenze principali ci sono:

  1. Gestione del Bilancio Comunale: Il sindaco ha il potere di indirizzare le risorse economiche verso le aree di intervento ritenute prioritarie, come la povertà, la sicurezza e l’immigrazione. Questo significa che, se la Giunta fosse più efficiente, il sindaco potrebbe utilizzare questi fondi per rispondere ai cittadini.
  2. Sicurezza Urbana: il sindaco ha ampi poteri nell’organizzazione della polizia locale e nella creazione di politiche di prevenzione.
  3. Politiche Sociali e di Integrazione: il sindaco ha la responsabilità di promuovere politiche sociali efficaci, tra cui l’integrazione dei migranti, che sono una delle sfide più urgenti della Milano contemporanea.
  4. Piano Urbanistico e Riqualificazione: il sindaco ha la possibilità di progettare la città a lungo termine, pianificando la riqualificazione delle periferie e la creazione di infrastrutture che promuovano l’inclusione sociale.

Questo significa che se la Giunta fosse più efficiente, si potrebbero concretizzare azioni e destinare fondi per rispondere ai cittadini.

Con questi poteri, o meglio, doveri, sarebbe possibile agire efficacemente, perché la relazione fra degrado e criminalità è profonda, si basa su dinamiche che si rinforzano a vicenda. È un circolo vizioso: il degrado urbano  facilita la criminalità, la criminalità contribuisce a peggiorare il degrado. Il declino che vediamo ogni giorno ci racconta di come disordine e vandalismi siano tollerati, che le aree non illuminate diventano ritrovi ideali per attività illecite,  paradossalmente offrendo anche una  copertura; che la presenza di attività criminali come lo spaccio scoraggia l’uso degli spazi pubblici, lasciando campo libero a spacciatori, baby gang e disperati di ogni genere, portando a un ulteriore abbandono, aumentando il degrado, contribuendo alla desertificazione sociale, lasciando campo liberoalla criminalità.

Il Sindaco gli strumenti li avrebbe, eccome.

Milano era sinonimo di efficienza, stile e innovazione, era il centro dell’economia e della cultura italiana, un simbolo di modernità e dinamismo. Ma confrontare quella Milano con quella di oggi lascia un retrogusto amaro: una città che un tempo brillava per ordine e vivibilità è oggi soffocata da paura e  trascuratezza.

La città  era viva, ordinata,  ben tenuta.Le strade, illuminate e pulite, erano un invito a vivere la città anche di sera, con i quartieri pieni di negozi, bar e ristoranti che erano il  cuore pulsante di una vita sociale vivace e sicura.

Da Milano da bere a Milano da rifare

La “Milano da bere” non era solo uno slogan,  ma un modo di vivere la città. Una città che i milanesi ricordano con nostalgia, che deve ritrovare il suo equilibrio tra modernità e vivibilità. Serve una gestione pratica, capace di affrontare i problemi concreti con la stessa determinazione che un tempo ha reso la città un modello per tutta Italia.

Usando i poteri del Sindaco.

 

Renata Porta

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