Notte di disordini quella di domenica, al quartiere Corvetto di Milano dopo la morte del pregiudicato egiziano Ramy Elgaml: cassonetti bruciati, lancio di bottiglie e proteste contro le forze dell’ordine orchestrate tra anarchici e immigrati.
Il giovane egiziano è morto sabato notte schiantandosi con lo scooter alla fine di un lungo inseguimento per le vie di Milano: alla guida dello scooter un 22enne tunisino, anch’egli pregiudicato, mentre venivano inseguiti dai carabinieri. I carabinieri hanno trovato il tunisino e Ramy con addosso una catenina d’oro strappata, duemila euro in contanti, un coltello a serramanico e uno spray urticante, presumibilmente gli ‘strumenti di lavoro’ dei due nordafricani .
“Lo spettacolo di questa notte con roghi in strada a Corvetto con manifestanti, di origine straniera, che hanno lanciato anche petardi in direzione degli agenti di Polizia intervenuti è francamente indecente. In questo quartiere multietnico ci troviamo di fronte a scenari da rivolta delle banlieue parigine. Altro che laboratori di integrazione, ormai certe zone di Milano stanno diventando pericolosi ghetti caratterizzati da criminalità e degrado. I residenti della zona sono esasperati e si sentono abbandonati dall’amministrazione cittadina che nulla fa per dare loro risposte e per intervenire sui noti problemi di insicurezza. C’è un pericoloso lassismo dell’amministrazione che sta zitta di fronte alle violenze degli stranieri perché inquinano chiaramente la loro propaganda sull’accoglienza a tutti i costi e sul modello Milano dell’integrazione. Le forze dell’ordine che quasi quotidianamente devono subire gli attacchi degli estremisti Pro-Pal, dei collettivi e dei centri sociali non possono sostenere pure l’arroganza degli stranieri delinquenti delle periferie milanesi. Sala che fa? Rimarrà in silenzio come al solito?“
Così ieri in una nota Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale e Davide Ferrari Bardile, consigliere leghista del municipio 4.
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