Lutto cittadino per la morte di Paolo Pillitteri: i commenti di Stefania e Bobo Craxi

Milano

“Ringrazio il sindaco Sala per questo, anche se non è neanche la pallida ombra dei sindaci della tradizione riformista“.

Stefania e Bobo Craxi

Mi aspetto un luogo pubblico dedicato a tutti e due“. Lo ha detto Stefania Craxi, figlia di Bettino e nipote di Paolo Pillitteri, poco prima di entrare alla camera ardente allestita a Palazzo Marino per l’ex sindaco di Milano scomparso il 5 dicembre, ai giornalisti che le han chiesto se si aspetta da Milano una dedica in tal senso.

 “È stato un grande sindaco di Milano, ha pagato tutta la vita la nomea del cognato. E’ stato anche un grande assessore alla cultura”. Ha continuato Stefania Craxi “Un uomo che ci mancherà – ha detto la senatrice di Forza Italia – aveva anche la grandezza di saper stemperare anche i momenti più difficili, è stato di sostegno a tutti noi. A Milano lascia un grande esempio di un sindaco che ha lavorato nel solco della tradizione riformista, di una Milano accogliente dove si coniugava il sostegno allo sviluppo, e il sostegno per non lasciare nessuno indietro“.

“La cosa che mi ha fatto molto piacere è che la città abbia espresso il lutto cittadino. Trent’anni fa non sarebbe stata possibile una cosa di questo tipo”. Così Bobo Craxi, figlio di Bettino Craxi, ha ricordato lo zio ed ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri, appena uscito dalla camera ardente allestita a Palazzo Marino. “Questo significa che Paolo in questi trent’anni, attraverso la sua testimonianza e il suo lavoro. ha saputo recuperare l’onore che per noi non aveva mai perso ma la stima che in quella fase politica drammatica era venuta meno da parte dei cittadini. – ha continuato Craxi – L’amministrazione dà un segno di rispetto che si deve a tutti i cittadini milanesi che hanno ricoperto cariche pubbliche di una certa importanza. Paolo fu un grande sindaco, che accompagnò un periodo importante di questa città. Naturalmente il segno delle amministrazioni socialiste era un po’ diverso perché sapeva accompagnare la modernizzazione allo sguardo non compassionevole ma solidale verso i ceti più poveri. Questo segno delle amministrazioni socialiste, che sono durate un secolo, purtroppo è venuto un po’ meno e lo dico con dispiacere”.

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