Nella più recente cronaca degli eventi italiani, nonché nella conseguente narrazione di essi da parte della più parte dei media, sia in Italia, che nel mondo occidentale, ricorrono frequentemente le note al riguardo delle pubbliche esternazioni verbali del nostro Presidente della Repubblica, nelle quali è dato ravvisare una impostazione del tipo di …”sermone comportamentale”…per il “buon cittadino”, il “buon giornalista” ed il “buon politico”, ma senza mai chiedersi -in primis- se questi soggetti abbiano in effetti preventivamente (e nei loro rispettivi ruoli sociali) analizzato se e quanto il loro materiale operato vada in sintonia con il “bene comune”, che, nella realtà della vita, è l’unico e primario oggetto dei desiderata della maggioranza degli italiani.
In altre parole, da una ponderata analisi storico-giuridica degli eventi italiani ed internazionali parrebbe consono che prima di formulare ed auspicare suggerimenti comportamentali -forse- sarebbe il caso di “guardarsi un poco allo specchio” … per così dire … e per cercare di capire quanto, in Italia, in tutto ciò che decisamente ed -ahimè sempre più- “non va proprio come auspicabile” ci abbiamo probabilmente messo del nostro!
Nello specifico caso della Repubblica Italiana non si può infatti prescindere dal considerare che negli ultimi trentacinque anni almeno, si è passati -causa “mala Politica di bottega”- da un effettivo sistema istituzionale di repubblica parlamentare ad un fattuale e degradato assetto di oligarchia partitocratica presidenziale, nel quale, ciò che è l’elemento fondamentale di una libera democrazia occidentale, cioè la reale rappresentanza nel Parlamento degli interessi e della volontà dei singoli cittadini è stato in toto usurpato, per crescente e continua appropriazione, da parte della dirigenza dai partiti politici eletta al Parlamento dai cittadini che ancora esercitano il loro diritto di voto.
Parallelamente a tale involuzione istituzionale si è registrata in Italia, unico caso tra i paesi europei, una mancata, adeguata crescita dei salari da lavoro dipendente con relativa perdita di produttività generale e di competitività internazionale del sistema produttivo del Paese Italia. A ciò, si è associato il fatto che la forzata “economia di guerra nello scenario dei paesi occidentali” ha causato, nel nostro Paese, per le classi sociali meno abbienti un non più sostenibile aumento, sia del costo della vita, che di un graduale peggioramento della qualità della stessa, in un quadro di prospettive economiche globali assai incerto.
Ora, pertanto, che dalle disastrose, correnti “guerre”, in cui l’Italia è stata coinvolta, bisognerà di sicuro, in qualche modo uscire -per l’oggettiva insostenibilità delle stesse- parrebbe necessariamente saggio, per contrastare la situazione di palese crisi involutiva , in cui oggi versano tutte quante le cosiddette “democrazie occidentali”, anziché continuare con il proporre ai cittadini astratti ed ideologici modelli comportamentali, più semplicemente iniziare a dire loro “la verità” sui fatti storici che ci hanno tutti condotto al difficile e confuso presente. Perché proprio la “storia” è e rimane la prima maestra di vita!
Bisogna -a mio avviso- avere il coraggio di dire basta, possibilmente quanto prima, con la “univoca narrazione” connessa con la sostanziale propaganda portata dalla “guerra ibrida”. Tornare con i piedi per terra e guardare in faccia le realtà vera di ciò a cui la storia degli eventi -che non si può certamente cancellare o modificare- ha portato l’Italia e tutti gli italiani. Solo un bagno di verità può consentire ora ai cittadini italiani, da inconsapevoli, di tornare consapevoli delle scelte del loro Paese., nel rispetto della volontà della loro stragrande maggioranza … Così vorrebbe la logica di una “libera ed autentica democrazia occidentale” non in crisi …
Per la Repubblica Italiana, la presente, complessa e difficile congiuntura internazionale potrebbe pure essere una opportunità offerta dalla storia per riflettere sulla inderogabile necessità di por mano, con le debite modalità di salvaguardia della volontà politica di tutti i suoi cittadini, ad una duratura e del tutto nuova struttura delle sue istituzioni costituzionali, che sia una realmente vissuta legge fondamentale del Paese e consenta a tutti i cittadini italiani di affrontare con fiducia le sfide del futuro, anziché solo continuare a vivere guardando indietro al passato … cercando rattoppi nella Carta Costituzionale oggi tuttora vigente … la “più bella del mondo” … di un mondo che in realtà non c’è più …!
Antonio Belloni
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