Nulla di buono, ve lo dico subito. Il commercio è quasi sempre la vittima incolpevole di una serie di campagne promosse per fini lodevoli, con mezzi ampiamente discutibili. Capostipite è stato il provvedimento in cui si stabiliva l’obbligo di installare il sensore per gli angoli ciechi. Di certo chi l’ha scritta non pensava di colpire il commercio. Eppure in un settore che risente moltissimo degli aumenti di costo, le piccole attività si sono trovare a dover gestire anche questa incombenza. Lodevolissima, sia chiaro. Ma ovviamente non è stata un’occasione passeggera.
Leggiamo sui giornali che la Giunta sta pensando di bloccare l’accesso in città dei mezzi pesanti, che portano le merci ai negozi. Spiega bene la cosa la Federazione Autotrasportori Italiani:
“L’introduzione tout court di limiti orari per il transito delle merci si tradurrà, come facilmente prevedibile, in una concentrazione di veicoli commerciali e pesanti nelle fasce di circolazione consentite e ciò aumenterà, inevitabilmente, ingolfamento del traffico , con conseguenti problemi di sicurezza e maggior inquinamento ambientale. La Fai di Milano ritiene che questa politica dei divieti perseguita dalla Giunta Sala, non sia adatta a gestire le esigenze di mobilità di una città che, con l’ingresso quotidiano di lavoratori, studenti, operatori dei servizi ogni giorno raddoppia la propria popolazione, e necessita di adeguato rifornimento di merci per gli esercizi commerciali, i cantieri, le scuole, i pubblici esercizi e via dicendo. Occorre altresì considerare che Il cambiamento delle abitudini post Covid ha visto esplodere l’ e-commerce, con ulteriore marcato incremento della circolazione dei veicoli commerciali e di un traffico particolarmente ‘disorganizzato’”.
Aggiungo che questa misura penalizzerà, nei giorni di maggior traffico, chiunque abbia un’attività in centro, perché, con la città bloccata dalla corsa dei camion a entrare, la gente rinuncerà a spostarsi. È, ormai, evidente a tutti che non sia vero che chi non può usare l’auto usa i mezzi pubblici. Ce lo dicono i dati sui passeggeri (in costante diminuzione e mai ripresisi dopo il Covid) e quello sul traffico e sulal congestione (entrambi in aumento, dati AMAT). La riduzione delle finestre di consegna otterrà un aumento dei costi della merce da una parte e, grazie all’effetto “tappo” una riduzione dei clienti. Doppia brutta notizia per chi vende. Il nervosismo potrebbe portare qualcuno a uscire dal negozio e a fumare una sigaretta.
Io, personalmente, lo sconsiglio. Ormai non fa solo male, ma rischia anche di portare a una multa. Già, perché una giunta in cui molti esponenti sono a favore della liberalizzazione delle droghe leggere ha deciso di darsi al proibizionismo sul tabacco. Lo fanno, nemmeno a dirlo, per l’ambiente. Mi dovranno spiegare un giorno cosa cambi fumare in strada o in casa con la finestra aperta. Misteri. In ogni caso, ciò che è chiarissimo è che tutti i locali che pagano profumatamente per avere un dehor ora dovranno vietare ai clienti di fumare. Operazione molto complessa, soprattutto se si deve spiegare ai turisti. Insomma, altra iniziativa nata per il bene comune e finita in saccoccia ai commercianti.
Non se ne può più, chi vende non può essere il sacco da boxe della politica milanese. Mi auguro che si voglia e possa intervenire per sanare questo atteggiamento. Altrimenti altro che 2024, il 2025 sarà ricordato come l’anno nero del commercio a Milano.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Incominciamo a eliminare i dehor ruba posteggi auto e spazi per i pedoni nei marciapiedi. Questi poveri commercianti vivevano benissimo con solo i tavolini dentro i locali, quindi possono tornare alla situazione pre Covid.