Milano è ferita, tutta l’Italia è ferita dal ghigno violento dei musulmani. I fatti che si susseguono con rapidità e frequenza, lasciano un’amarissima preoccupazione, sembrano accadimenti cronachistici, la sensazione che appartengano a un mondo surreale di narrazione dell’orrore, ma si verificano accanto a noi, con un disegno allarmante. Chi ancora professa l’accoglienza indiscriminata, chi giudica con il naso arricciato qualsiasi forma di controllo, chi non vede nelle molteplici manifestazioni ideologiche ProPalestina il connubio dei musulmani con i centri sociali, non ha capito che il seme della prevaricazione sta lì. Da tempo, troppo tempo, Sala è indifferente al fenomeno, a volte pare compiacente, senza una parola di condanna nei confronti di certe piazze spacca-tutto e il ferimento degli agenti.
Vorrei ricordare le parole di Oriana Fallaci dopo il dramma delle Torri Gemelle, con “Rabbia e orgoglio”
“Non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Voluta e dichiarata da una frangia di quella religione, forse, comunque una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All’annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. (…) Però la cosa non si risolve, non si esaurisce, con la morte di Usama Bin Laden. Perché gli Usama Bin Laden sono decine di migliaia, ormai, e non stanno soltanto in Afghanistan o negli altri paesi arabi. Stanno dappertutto, e i più agguerriti stanno proprio in Occidente. Nelle nostre città, nelle nostre strade, nelle nostre università, nei gangli della tecnologia. Quella tecnologia che qualsiasi ottuso può maneggiare. La Crociata è in atto da tempo. E funziona come un orologio svizzero.”
(La rabbia e l’orgoglio, 29/09/2001)
A Milano si è scritto un capitolo della Storia e le responsabilità sono manifeste, ma si reagisca, con orgoglio.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
In piazza del Duomo c’erano 20.000 persone. Dalle zone rosse sono state espulse 30 persone. Le zone rosse non servono a ‘n caz…
Grazie per l’articolo Buon anno 2025!