Come interpretare il silenzio di Sala, dopo i fatti di Capodanno? Chi si permettesse di immaginare un minimo di imbarazzo o di esame di coscienza, purtroppo penso che commetta un errore: semplicemente si sente al di là delle manifestazioni vergognose. Vero è che il suo è un silenzio assurdo, di distanza siderale dal comune sentire dei milanesi. Ma su Repubblica Milano manda avanti Franco Gabrielli, ex capo della polizia e super consulente del sindaco per la sicurezza che dichiara: “La piazza e gli insulti sono il segnale di disagio di un Paese che ancora oggi si rifiuta di mettere a terra politiche serie di integrazione. Quando ero sottosegretario alla presidenza del Consiglio chiedevo che fosse istituito un ministero alle Politiche migratorie, perché penso che una corretta integrazione di chi arriva in Italia serva anche a scongiurare fatti come quelli di piazza del Duomo. Se queste persone non si sentono parte della nostra società, le vicende come quella che abbiamo visto non si risolvono. Certo non con le zone rosse o con provvedimenti simili. Sono tutti palliativi“.
Riflessioni che, anziché scaricare tout court su governo, andrebbero rivolte al Sindaco, cioè a Sala. Per quanto attiene le “Zone rosse” ha evidenziato “Piazza del Duomo è una zona rossa e quello che è accaduto non mi pare certo lo spot migliore per rappresentarne l’efficacia. Chiariamo, io non sono pregiudizialmente contrario alle zone rosse. Oggi il dibattito politico è talmente intossicato che se dico qualcosa contro le zone rosse, subito si pensa che da poliziotto io sia diventato una specie di anarchico. Io la divisa ce l’ho cucita sulla pelle, ma dico semplicemente che un problema complesso non si risolve così. Ben vengano zone della città dove l’attenzione è più alta, ma bisogna gestirle nel modo giusto“. “È nei fatti – spiega – che certe modalità dissuasive a volte lascino il tempo che trovano se non vengono accompagnate, come ho detto prima, da politiche di integrazione”. Quell’integrazione che a Milano è stata risolta con un famoso pranzo da record, che non prevede un piano casa, che non si cura minimamente di chi approda in città, che disdegna i controlli nelle sedi abusive, che sta a guardare i bivacchi dilaganti.
Se il pensiero di Sala è quello di Gabrielli, personalmente ringrazio gli agenti delle zone rosse, insultati e ridicolizzati.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Qua bisogna decidere, o facciamo le case e le strutture per ‘integrare’ (= aiuto al mantenimento), o facciamo i grattacieli per benestanti di tutta Italia e di tutto il mondo (= speculazioni edil-finanziarie).