Giorno memoria, 26 nuove pietre inciampo per ricordare vittime shoa

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Milano si prepara al Giorno della Memoria che si celebra il 27 gennaio, con un calendario ricco di iniziative al via già da oggi e che vedono come di consueto il momento principale nella posa delle nuove pietre di inciampo, i piccoli riquadri ricoperti di ottone posti davanti alle case di chi fu arrestato, deportato e ucciso perché ebreo o oppositore politico.

La prima pietra venne posata nel 2017, dedicata ad Alberto Segre, padre della senatrice Liliana sopravvissuta ad Auschwitz. Saranno 26 quelle aggiunte quest’anno e il numero complessivo in città salirà a 224.

La presentazione del programma delle iniziative si è svolta ieri mattina a Palazzo Marino con la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi, il referente della Memoria del Comune, Luca Gibillini, e di Alessandra Minerbi del Comitato Pietre di Inciampo. Ieri mattina le prime nuove pietre sono state posate davanti alle abitazioni di 14 persone: gli antifascisti Carlo Ciocca, Paolo Volpi e Luigi Negroni, militanti della cellula comunista clandestina dello Stadera (via Palmieri 18 e 22); il piccolo Alfredo Winter con la madre Meta Marie Kuh e la nonna Karoline Meyer (via San Felice 2), ebrei tedeschi che avevano cercato rifugio a Milano prima che le leggi razziali promulgate dal regime fascista li condannassero anche in Italia.

Saranno ricordati – sempre oggi – anche Aldo Levi (via Donatello 26/a) con la moglie Elena Viterbo e i figli Italo ed Emilia Amalia di appena 5 anni, la bambina del treno della morte citata da Primo Levi in “Se questo è un uomo”. Il papà Aldo è un ingegnere, capo dei servizi elettrici del Comune di Milano. Dopo il censimento degli ebrei viene identificato ed espulso. Non può più lavorare. Con la famiglia cerca un primo appoggio a Lodi per fuggire in Svizzera ma a Como sono arrestati tutti e deportati ad Auschwitz.

Altre due pietre saranno posate in memoria di Francesco Basso (via Sant’Antonio 1), uno dei tanti soldati che dopo l’Armistizio rifiutarono di unirsi alle milizie della Repubblica di Salò e Renato Levi (via Fatebenefratelli 12), proprietario di un negozio di musica a Brera e fondatore del primo jazz club di Milano. Un’ultima pietra sarà posta per ricordare Adriano Poliaghi (via Zumbini 39), morto a soli 22 a Mauthausen. Giovane elettricista appartenente al gruppo socialista clandestino, partecipò alle attività di propaganda con lancio di manifestini e distribuzione di giornali. Tra i più attivi durante il grande sciopero del marzo 1944 fu arrestato per aver sabotato con alcuni compagni un tratto della linea tranviaria.

Altre 12 pietre di inciampo saranno posate il 13 marzo, anniversario dei grandi scioperi antifascisti del 1944, per ricordare: Angelo Barbaglia (via Caccialepori 4), Giovanni Bergamaschi (via Sidney Sonnino 2), Luigi Bertacchi (via Lodovico il Moro 81), Ezio Bortolotti (via Gadames 119), Luigi Del Monte, Giuseppe Levi e Samuele Levi (via Ariosto 3), Maria Fontanin Fillinich (via del Caravaggio 2), Otello Ghirardelli (via Raffaello Sanzio 4), Sergio Tornaghi (via Coni Zugna 17), Alice Ventura Battaglia (via Gallarate 41) e Danilo Veronesi (via Pedroni 9).

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