Un nuovo modello di presidio fisso delle forze di polizia sta per essere sperimentato, partendo da una delle zone più sensibili di Milano: via Padova. L’iniziativa, annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, prevede l’installazione di moduli territoriali ispirati alle stazioni mobili, con l’obiettivo di garantire una presenza costante delle forze dell’ordine 24 ore su 24. Il progetto, che partirà “a brevissimo”, è stato presentato al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi in prefettura a Milano.
Un presidio fisso con un sistema integrato
Il ministro Piantedosi ha spiegato che il presidio fisso sarà il fulcro di un sistema che includerà anche volanti dedicate al pattugliamento della zona. “Sarà un modo per dare un segno tangibile della riappropriazione del territorio da parte delle forze di polizia”, ha sottolineato. Il presidio non solo garantirà una presenza visibile e costante, ma sarà anche a disposizione dei cittadini per qualsiasi necessità o segnalazione.
La sperimentazione, che partirà da via Padova, una zona considerata particolarmente critica, potrà successivamente essere estesa ad altre aree della città e del territorio nazionale. “Se funziona, e siamo convinti che funzionerà, decideremo l’estensione, la connotazione e la stabilizzazione del modello”, ha aggiunto Piantedosi.
La richiesta di maggiori risorse
Durante l’incontro in prefettura, il sindaco di Milano Beppe Sala ha ribadito la necessità di maggiori risorse per la sicurezza cittadina. “C’è stata apertura da parte del ministro”, ha dichiarato Sala, “soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo della sorveglianza attraverso telecamere”.
Anche Piantedosi ha confermato l’impegno del governo a sostenere la Regione Lombardia, la Città Metropolitana di Milano e il capoluogo con risorse economiche significative. “Stiamo per stanziare alcuni milioni di euro provenienti da diversi canali di finanziamento, come il Fondo sicurezza urbana, il Fondo unico di Giustizia e i fondi di coesione”, ha spiegato il ministro. Questi fondi saranno destinati principalmente all’implementazione di tecnologie di videosorveglianza in aree critiche, come il bosco di Rogoredo, zone di spaccio o altre aree periferiche non ancora coperte da sistemi di monitoraggio.
Un progetto pilota per il futuro
La sperimentazione di via Padova rappresenta un primo passo verso un modello di sicurezza integrata, che combina presenza fisica delle forze dell’ordine e tecnologie avanzate. Se i risultati saranno positivi, il progetto potrebbe diventare un punto di riferimento per altre città italiane, contribuendo a migliorare la percezione di sicurezza e a contrastare efficacemente il crimine in aree ad alto rischio.
Intanto, l’attenzione rimane focalizzata su via Padova, dove il nuovo presidio fisso e le volanti dedicate dovranno dimostrare la loro efficacia nel ridurre il degrado e garantire una maggiore tranquillità ai cittadini.
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