La dignità della resa dell’uomo Zelensky per la libertà del popolo ucraino e la pace trascende gli insulti personali, l’aggressione verbale, la distorsione di una realtà nota in tutto il mondo. E’ il sentire le voci di un popolo martoriato, vedere i fiumi di sangue dei morti, la pesantissima responsabilità di poter dare risposte al sacrificio eroico di moltissimi, è la forza che supera in modo gigantesco la potenza di un amico che è diventato avversario.
Sta là, con le mani intrecciate, apparentemente, del vinto, il viso triste, a volte un piccolo sussulto per precisare, con la dignità della verità, ma la “trappola”, così mi pare, segna il fallimento: il Dio del danaro, con la protervia di un assolutismo senza scampo, lo caccia, come si fa con le persone indesiderate.
“Non doveva andare così…” commenta il presidente ucraino e a chi dice che possa essere strategico l’atteggiamento di Trump, rispondo: a che vale oggi parlare di diritti dell’uomo e del cittadino, a che vale manifestare per la libertà, per l’uguaglianza di un popolo che vuole affermare la sua identità? Il vero vincitore di un colloquio ad uso dei media è stato Putin che con un riso sgangherato l’ha definito “Pagliaccio cocainomane”.
“Sì, le ha le carte,” vorremmo urlare a Trump: quelle terre rare dell’accordo non firmato che il Presidente americano vede come fonte di ricchezza e per cui Zelensky è comunque pronto a firmare. Il suo passo indietro contempla anche le dimissioni, per una pace con garanzie.
Può darsi abbia commesso qualche errore in questi tre anni di guerra, ma l’uomo non ha mai deragliato nelle intenzioni e oggi dice “È fondamentale per noi avere il sostegno del presidente Trump. Lui vuole porre fine alla guerra, ma nessuno vuole la pace più di noi. Siamo noi a vivere questa guerra in Ucraina. È una lotta per la nostra libertà, per la nostra stessa sopravvivenza. Come disse una volta il presidente Ronald Reagan, la pace non è solo l’assenza di guerra. Stiamo parlando di una pace giusta e duratura: libertà, giustizia e diritti umani per tutti. Un cessate il fuoco non funzionerà con Putin. Negli ultimi dieci anni ha infranto i cessate il fuoco 25 volte. Una vera pace è l’unica soluzione”.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano