Attenzione a ciò che si scrive: anche la privacy di whatsapp sotto la lente dei Giudici

Attualità

L’avvento delle comunicazioni digitali ha posto il diritto civile di fronte a nuove sfide, in particolare per quanto riguarda l’ammissibilità e la valutazione delle prove.

Le emoticon, i messaggi di testo e vocali scambiati tramite whatsapp sono ormai entrati a far parte del bagaglio probatorio utilizzabile in sede giudiziaria, ma con alcune importanti precisazioni.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 4530 del 20 febbraio scorso, ha ribadito un principio fondamentale ovvero che  la prova acquisita illecitamente è inammissibile nel processo civile. Nel caso di specie non è stato possibile utilizzare  gli screenshot per addebitare la separazione, in quanto ottenuti accedendo abusivamente al telefono del coniuge.

Il Tribunale di Foggia, con la sentenza n. 1092/2022, ha invece affermato che le emoticon, come i cuoricini, possono essere indicative di una relazione extraconiugale e quindi rilevanti ai fini dell’addebito della separazione. Inoltre, gli screenshot, se acquisiti lecitamente, possono essere impiegati per datare l’inizio della relazione.

Il Tribunale di Napoli, con la sentenza n. 522/2025, ha riconosciuto validità a un semplice “ok” su whatsapp per il rimborso delle spese straordinarie sostenute per i figli.

Analogamente, il Tribunale di Milano, con la sentenza n. 823/2025, ha ammesso che un messaggio whatsapp o una email possono provare l’esistenza di un piano di rientro accettato dal creditore.

La sentenza del Tribunale di Torre Annunziata del 29 dicembre 2024 ha ulteriormente ampliato il campo di applicazione delle prove digitali, riconoscendo la validità di un messaggio vocale per revocare un decreto ingiuntivo.

Dai citati provvedimenti emerge pertanto che le comunicazioni digitali rappresentino una fonte di prova sempre più rilevante nel processo civile, rispetto a cui  è essenziale prestare attenzione con riguardo alla privacy e all’acquisizione lecita delle stesse, contestualmente garantendone  l’autenticità e l’integrità.

Avv. Simona Maruccio

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