Il palcoscenico storico del Teatro alla Scala rivive al Museo

Cultura e spettacolo

Da sabato 15 marzo, “In Scena” racconta al pubblico l’innovazione tecnologica e l’ingegno produttivo del teatro.

Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia presenta “In Scena”, un nuovo allestimento che racconta il rapporto tra teatro, musica e tecnica attraverso un manufatto storico del Teatro alla Scalaun modulo originale del palcoscenico a ponti mobili che, da sabato 15 marzo, sarà parte integrante del percorso espositivo del Museo.

“La storia del Teatro alla Scala non è fatta solo dagli spettacoli che hanno animato il suo palcoscenico ma anche di innovazione tecnologica e ingegno produttivo. Dalle macchine sceniche settecentesche all’installazione pionieristica della luce elettrica nel 1883 e alla cupola luminosa di Fortuny per il Tristano e Isotta del 1900 fino alle grandi trasformazioni anche architettoniche degli ultimi anni, la Scala ha sempre cercato le soluzioni più moderne in un costante slancio verso il futuro.

Ponti e pannelli mobili progettati nel 1938 al Teatro alla Scala

Di questa tradizione fa parte lo straordinario sistema di ponti mobili ad azionamento idraulico progettato dall’ingegner Secchi nel 1938 e rimasto operativo fino alla ristrutturazione del 2002. L’esposizione di un modulo di questo palcoscenico al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia è per noi un riconoscimento importante del ruolo che la Scala ha avuto non solo nella storia della musica ma in quella del progresso tecnico dell’arte del Teatro di cui vorrei ringraziare in particolare la Vicepresidente Paola Dubini e il Direttore Generale Fiorenzo Galli. Inoltre, questa collaborazione tra istituzioni culturali cittadine è un modello per la rete di sinergie che vogliamo costruire in vista delle celebrazioni per i 250 anni del Teatro alla Scala nel 2028”, Fortunato Ortombina – Sovrintendente e Direttore Artistico Teatro alla Scala.

Il palcoscenico storico a ponti mobili della Scala, in comodato al Museo dal Comune, è una straordinaria testimonianza dell’ingegneria teatrale: fu realizzato nel 1938 su progetto dell’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi, conservatore del Teatro alla Scala dal 1932 al 1982. Questo innovativo sistema ha reso possibile la realizzazione di rapidi, sicuri e complessi cambi di scena, grazie a un avanzato impianto idraulico costruito dalle Officine Meccaniche Stigler di Milano. Utilizzato per oltre sessant’anni, il palcoscenico ha assistito alla messa in scena di alcuni degli spettacoli più iconici della storia del teatro, sopravvivendo anche ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Cuore dell’allestimento è uno straordinario manufatto lungo 6 metri e largo 2,40, parte di un progetto di riforma del teatro iniziata con la costruzione della nuova buca orchestrale e le innovazioni illuminotecniche dell’artista poliedrico Mariano Fortuny: grazie al palco a ponti mobili l’allestimento degli spettacoli operistici, sinfonici e di balletto fu trasformato radicalmente. Il palcoscenico rimase in funzione dal 1938 al 2002, quando il Teatro fu sottoposto a un importante intervento di restauro e modernizzazione e ha visto la messa in scena di produzioni storiche con protagonisti i più importanti direttori d’orchestra, cantanti, ballerini, registi, scenografi e costumisti al mondo.

Sulla struttura dei ponti mobili di Secchi è stato modellato anche l’attuale palcoscenico del Teatro alla Scala, inaugurato nel 2004 e progettato dall’ingegner Franco Malgrande – Direttore dell’Allestimento scenico Teatro alla Scala, che commenta: “Palcoscenico mobile, ovvero innovazione tecnologica al servizio delle meraviglie. Ingegni e macchine teatrali hanno accompagnato l’evoluzione del teatro sin dalle origini. Da sempre il teatro è mimesi del reale, ma anche fabbrica di sogni, nel labile confine tra sala e palcoscenico.”

L’esposizione del modulo è integrata da due grandi pannelli riflettenti posizionati agli estremi per amplificare otticamente la struttura e restituire la percezione della sua estensione.
Nel pannello all’interno del modulo si trova l’animazione 3D del funzionamento dei ponti mobili e la loro struttura. Il secondo pannello ospita un audiovisivo dedicato alla storia del palcoscenico scaligero da Giuseppe Piermarini ai giorni nostri; l’audiovisivo è arricchito dalla traduzione LIS (Lingua Italiana dei Segni), nel solco delle azioni che il Museo sta portando avanti per migliorare l’accessibilità alla visita delle esposizioni.

Il racconto si avvale di un ricco corredo iconografico grazie alla collaborazione di numerose istituzioni tra le quali: il Politecnico di Milano, che conserva il fondo archivistico Secchi (che lì studiò e si laureò) e documenta più di mezzo secolo di progetti per il Teatro alla Scala e il Comune di Milano, nel campo dell’edilizia sociale e ricreativa; il Teatro alla Scala, con il Museo Teatrale e l’Archivio Fotografico; la Raccolta delle Stampe Bertarelli presso il Castello Sforzesco di Milano, la Biblioteca Comunale di Foligno, che conserva il prezioso fondo dei disegni di Giuseppe Piermarini, suo illustre cittadino.

Completano l’esposizione tre gruppi di beni storici. Il primo è dedicato al rapporto tra musica e teatro, con l’esposizione di alcuni di strumenti musicali del XIX secolo appartenenti alle collezioni del Museo, restaurati per l’occasione, tra cui una splendida Arpa Gotica Érard del 1844.
Questi strumenti sono esposti accanto al secondo gruppo che comprende filmati di rappresentazioni scaligere e due costumi di scena provenienti dai Laboratori del Teatro alla Scala: gli abiti disegnati da Franco Zeffirelli per l’Otello di Verdi della Stagione 1976/1977, indossati da Mirella Freni e Placido Domingo.
Il terzo gruppo è dedicato alla nascita delle tecniche di registrazione del suono e alla possibilità di immortalare musiche e voci dei grandi cantanti. Sono esposte due “macchine parlanti” parte della donazione dell’Associazione Museo Caruso e Luciano Pituello: un fonografo Edison del 1905 e un grammofono della Columbia Phonograph Company dello stesso anno. Accanto alla vetrina, un audiovisivo permette di ascoltare la musica di queste macchine grazie ad alcuni estratti del documentario “Le macchine parlanti di Luciano Pituello” con la regia di Francesco Clerici. Grazie a strumenti come questi fu possibile documentare per la prima volta la musica e le grandi voci dell’opera come Enrico Caruso, uno dei primi cantanti a intuire la potenzialità di questi strumenti.

“Il teatro, dagli antichi a oggi, porta in scena la meraviglia, mescolando musica, canto, drammaturgia, danza e tecnologia. Il palcoscenico del Teatro alla Scala è sempre stato all’avanguardia, da quando Giuseppe Piermarini lo realizzò nel 1778. Come un corpo vivente, il teatro si è modificato nei suoi quasi 250 anni di vita, al passo con i tempi e le innovazioni tecnologiche. Nelle ricerche d’archivio per la realizzazione di questo progetto, ho avuto il piacere di approfondire vita e opere di una delle sue colonne portanti nel XX secolo: Luigi Lorenzo Secchi, giovane studente che da Avenza arrivò al Politecnico per studiare ingegneria alla fine della Prima guerra mondiale. Come ingegnere del Comune di Milano, si occupò di edilizia sociale e ricreativa (chi di noi non conosce le piscine Cozzi e Ponzio) e fu conservatore del Teatro alla Scala per mezzo secolo, condividendone gioie e dolori, dallo storico palcoscenico a ponti mobili del 1938 ai bombardamenti del 1943, fino alla ricostruzione e agli anni d’oro che ne seguirono”, Claudio Giorgione – Curatore Collezioni Leonardo Arte e Scienza del Museo.

In Scena si inserisce nel più ampio impegno del Museo a raccontare l’evoluzione tecnologica e scientifica in relazione alla cultura e alle arti. La tutela e musealizzazione di un modulo del palcoscenico storico della Scala non solo preserva un patrimonio unico, ma lo rende accessibile a un pubblico più vasto, offrendo nuove chiavi di lettura sulla complessità e l’innovazione che hanno reso il Teatro un’eccellenza mondiale.

Nel corso del primo weekend di apertura al pubblico, il Museo propone anche una nuova esperienza in realtà virtuale, “Musica Maestro Opera Experience”, durante la quale il visitatore potrà provare in prima persona l’emozione di dirigere un’orchestra.

INFO VISITA IN SCENA
Il nuovo allestimento sarà accessibile al pubblico a partire da sabato 15 marzo ed entrerà a far parte del percorso di visita libera del Museo con orario 9.30 -17.00 da martedì a venerdì e 9.30 -18.30 sabato, domenica e festivi.
www.museoscienza.org
https://www.museoscienza.org/it/esposizioni-permanenti/musica-e-teatro

ESPERIENZA IN REALTÀ VIRTUALE “MUSICA MAESTRO OPERA EXPERIENCE”
Indossando il visore sarà possibile dirigere l’orchestra di un grande teatro d’opera attraverso l’esperienza in realtà virtuale. Si accede prima a una masterclass per scoprire come leggere uno spartito e controllare tempo e ritmo, poi si prende posto sul podio e si impugna la bacchetta per dirigere il primo concerto virtuale, mettendosi alla prova nella gestione dell’intensità e dell’energia della musica con il solo movimento delle mani. Ovviamente sarà il pubblico in sala a giudicare!
Sabato 15 e domenica 16 marzo | ore 11.00, 14.00, 15.30 e 17.00

La visita all’esposizione e l’esperienza VR sono incluse nel biglietto d’ingresso al Museo.

Calendario delle attività > https://www.museoscienza.org/it/offerta/calendario
Prenota e acquista il biglietto > https://museoscienza.vivaticket.com/must/landingmuseo.html

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