“La Resistenza non finisce mai: dobbiamo accettarlo e sapere che è così. In questo momento storico dobbiamo essere ‘resistenti’ a un’idea di distruzione dello Stato sociale e dei diritti e del sentirsi profondamente democratici. Tocca a noi”. Queste le parole del sindaco Giuseppe Sala, che ieri pomeriggio è intervenuto al convegno “I luoghi della Liberazione – L’impegno della Città per l’ottantesimo della Liberazione” a Palazzo Marino.
Sala si lancia in una disamina urbi et orbi? Ma se è pur vero che il periodo eroico della resistenza partigiana andrà sempre ricordata con commozione e fierezza, è pur vero che nelle piccole cose della città, il milanese deve usare una resilienza che pare non finisca mai, tanta è la supponenza di essere nel giusto del sindaco. E se il mondo oggi vive un momento difficile, Milano vive un quotidiano con difficoltà per molti motivi.
Sala si fa interprete dei grandi temi universali, forse, ma non ascolta partecipando i problemi dei milanesi comuni.
Dopo la guerra, la paura era scomparsa, ora è la cifra del vivere. E forse dovrebbe spiegare i tentennamenti, le convinzioni a priori sul problema sicurezza e l’attuale soluzione che non è efficace quanto dovrebbe.
Milano parla e ostenta un arredo urbano che non esiste, un calo delle botteghe di vicinato, una viabilità raccapricciante, la mancanza dei parcheggi e furti e stupri a gògò.
La quasi distruzione del welfare è da vedere nel crescente aumento dei poveri, nell’abbandono degli anziani a se stessi, nelle lunghe code di cittadini che vivono per la generosità della carità.
Quanto devono essere resilienti i milanesi?

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Peppe sicuramente nei tuoi confronti,i cittadini hanno troppa pazienza
La resistenza la stiamo facendo noi cittadini col resistere all’abominio urbano, edile e sociale voluto e creato da questo qua.