Milano 17 Giugno – La protesta è immediata; così i sindacati attraverso un comunicato stampa, oltre a esprimere solidarietà a Carlo e Riccardo, i due capotreni che la sera prima erano stati aggrediti brutalmente con un machete, palesano in modo grave quali siano le criticità che danno vita a questi episodi “Le responsabilità di ciò che è successo sono molteplici… il diverso personale che si aggira nelle stazioni e i cittadini che utilizzano il servizio vivono quotidianamente una condizione ambientale di insicurezza e le campagne stampa o le azioni di prevenzioni messe in campo da Trenord, Trenitalia e organi di Polizia non sono sufficienti a risolvere il problema” e proseguono “Per questo motivo, chiediamo a Trenord e alle associazioni pendolari di mettere in campo assieme a noi un’iniziativa forte nei confronti di Regione Lombardia e dell’associazione dei comuni per affrontare seriamente il problema attraverso un confronto più efficace del territorio e delle stazioni.”
La fantasia che supera la realtà, ma non si discosta poi di così tanto. “Cara farò tardi …ho dimenticato il braccio al lavoro”. La provocazione come arma di difesa da parte dei dipendenti di Atm, dopo la brutale aggressione subita dal capotreno e dal suo collega, dove uno dei due ha rischiato di perdere un braccio. Cosi il dipendente Atm che gestisce la pagina facebook di Atm Siamo Noi racconta che “La locandina è frutto di frustrazione e rabbia per quanto è accaduto e continua ad accadere. Da quando è stato firmato l’Accordo Expo 2015, per nulla condiviso dai dipendenti, siamo già al terzo sciopero precettato”. L’ironia sembra quasi d’obbligo, anche se da alcuni è stata contestata, di certo la maggioranza ne ha colto pienamente il senso e nel condividerlo ha manifestato il proprio gesto di solidarietà nei confronti del povero capotreno.
Nel frattempo Maran scrive un commento su Facebook dove contrito manifesta la sua solidarietà al povero capotreno e nello stesso tempo snocciola percentuali rincuoranti sulla diminuzione delle aggressioni in Atm “E’ un tema che riguarda anche la nostra azienda, ATM, dove fortunatamente le aggressioni sono in calo del 30% dal 2010 al 2014”. Già in precedenza Maran aveva dichiarato in comunicato stampa le stesse percentuali e le stesse rassicurazioni e sempre allora, quando gli chiesi chi produceva tali risultati, mi rispose che i dati erano comunque forniti da ATM. Ma quanti, tra chi lavora in Atm e passeggeri, sono d’accordo con questi dati?
Dopo aver avviato un sondaggio in merito, ecco parte di alcune risposte: Atm Siamo Noi precisa “Non si può tenere conto di dati del genere tanto più che sono rilasciati dalla stessa Atm, azienda che per prima non sembra aver molto interesse a tutelare i propri dipendenti, dove il gruppo sindacale non ha nessun ruolo cautelativo anzi appena ne ha avuto l’occasione, ci ha svenduti con l’Accordo Expo, oltretutto molti colleghi non perdono nemmeno più tempo a denunciare alle autorità, quindi i dati che hanno non sono le reali…”. E ancora “… L’assessore Maran di per sé non ha colpe, ma si limita nell’ambito a divulgare i dati forniti da Atm. Per molti lavoratori non c’è nemmeno convenienza a denunciare piccoli fatti che non richiedono malattia/infortunio o per cose da poco… ” Riferisce Tranvieri di Milano. Un altro dipendente risponde “No giovane assessore, le cose non stanno come lei afferma purtroppo. Sappia che i colleghi hanno raccolto quasi mille firme per denunciare l’insicurezza nello svolgere il nostro lavoro, abbiamo stimolato mozioni politiche per sollevare il problema, inviato rapporti informativi all’azienda per far comprendere la paura che spesso ci attanaglia nel venire al lavoro… Forse è più comodo credere che tutto vada bene…”
Qualche lettore ancora mi chiede “Ma le istituzioni cosa aspettano, il morto? E a me viene spontaneo risponde “No, quello c’è già stato… ma non sembra essere servito”.