ATM, ultima frontiera

Milano

Milano 19 Giugno – Nelle varie tracce del tema della Maturità, due riguardavano la Resistenza. I ragazzi di Milano che hanno voluto affrontarlo non hanno avuto a disposizione il caso della rivolta degli autisti di Atm contro il trasporto dei profughi. Un atto di Resistenza, appunto. Un atto di sfida contro uno straniero che nessuno sa, con esattezza, se ci stia invadendo o aiutando. Un atto che potrebbe avere delle ripercussioni, per quanto nemmeno paragonabili a quelle di quegli anni, ovviamente. Un atto, comunque, straordinario. Come altro definire un momento di unità sindacale, realmente apolitico, e fortemente schierato a difesa di un diritto, quello alla salute degli autisti, di cui tutti paiono fregarsene? Eravamo abituati a dei sindacati appiattiti su ideologie morte, del tutto indifferenti alle battaglie vere e reali dei lavoratori e ci svegliamo improvvisamente con un fronte del lavoro che fa muro contro il politicamente corretto. Se avesse aderito anche la CGIL non sarebbe possibile crederci. Invece pare che loro abbiamo preferito continuare con un solidarismo a prescindere, in piena tradizione sovietica, in cui piuttosto che rinnegare l’ideologia si nega la realtà. Perchè, di fondo, il punto è solo questo: di fronte a degli uomini ed a delle donne che nessuno può dire di che malattie siano portatori, come si può accettare a cuor leggero di farsi loro autisti? Questa gente ha delle famiglie, non sono eremiti. Quando tornano a casa abbracciano i loro figli. Accarezzano le mogli ed i mariti. Accudiscono gli anziani genitori. Come si può spiegare ad un figlio cos’è la scabbia che gli devasta le mani? Come si può spiegare la malaria ad un genitore scampato alla guerra, magari? Non si può. Non si deve. Se lo Stato decide che i profughi sono un problema suo, se ne occupi con serietà, se non ci riesce, si arrenda. Ma non si può obbligare qualcuno a fare un lavoro così pericoloso, basandosi su promesse da marinaio. Tipo sterilizzare gli autobus ad ogni passaggio. Cosa che puntualmente non avviene. Ovviamente.

La dinamica non è nuova, ma la reazione, quella è rivoluzionaria. Non è leghismo, è semplice buon senso. Quello che la Sinistra ha perso nel mare buio e profondo dell’ideologia. A Milano ci sono decine di esempi, costruiti e disseminati in cinque anni di giunta Arancione. Esempi che scandalizzano persino la sinistra di altre parti d’Italia. Dalla pista ciclabile di Viale Tunisia alla zona C, passando per tutti gli interventi finanziati con la rapina fiscale dei 700 milioni di euro di aumenti di tasse. Tutte tematiche portate avanti con la convinzione che i “lavoratori” fosse altrettanto ideologizzati. Gli autisti di Atm, oggi, hanno mosso una grande obiezione a questa visione devastante del Mondo. Mettendo davanti alla bieca e sessantottina ideologia dell’accoglienza purchè sia la salute dei loro figli.

Ed allora viva i figli degli autisti di Atm, che ci fanno riscoprire un sindacato vero, attento ai lavoratori e dimentico dell’ideologia. E viva gli autisti ed il loro inflessibile coraggio. Oggi come settant’anni fa orgoglio di una nazione.

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