Milano 21 Giugno – Pur con un po’ di catarro, forse non al meglio ma… l’irresistibile Juan Diego Florez ha ricevuto venerdì sera alla Scala forse il record di applausi e di bis del teatro. Alla fine del suo recital è stato richiamato sul palcoscenico per una cinquantina di minuti concedendo sette bis. Straordinario tenore di agilità e coloratura, favorito da eccezionali doti naturali, con inclinazioni che ormai molto concedono anche al pop, finiti i brani in cartellone ieri sera il pubblico scaligero ha iniziato ad acclamarlo chiamandolo in scena per una dozzina di volte. Una cinquantina di minuti di applausi conclusi con una standing ovation. Florez aveva già scaldato il pubblico con brani noti dal “Turco in Italia” di Gioachino Rossini (“Intesi, ah tutto intesi…”), dalla “Lucrezia Borgia” di Gaetano Donizetti (“Partir degg’io…”) e poi da Donaudy, Massenet e Gounod (“L’amour, l’amour…”, da “Roméo et Juliette”), ma il vino buono l’aveva tenuto in serbo per i non inaspettati bis.
Durante i quali il tenore peruviano, che debuttò alla Scala il 7 dicembre del 1996 nell’ “Armide” di Gluck diretto da Riccardo Muti, ha trovato modo di interloquire scherzare con il pubblico. Quando, dai palchi qualcuno gli ha gridato “W el Perù”, Paese d’origine del tenore, lui ha risposto “Viva l’Italia, viva Milano, viva la Scala”. Quando ha iniziato i bis ha finto di prendere le ordinazioni e ha chiesto se qualcuno voleva “un’amatriciana”. Dopo aver cantato anche “Torna a Surriento”, il tenore ha ricordato di aver debuttato alla Scala a 23 anni spiegando che l’anno prossimo sarà il ventennale. Tra i suoi ruoli migliori, quello del Conte d’Almaviva nel “Barbiere di Siviglia” di Rossini. «Ti vogliamo bene» è stata la risposta del pubblico che ha continuato a chiedere bis per un totale di 50 minuti. Serata di taglio popolare ma con richiami senza precedenti.
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