Milano 25 Giugno – La distruzione è iniziata a Palmira. Occupata da un mese dai terroristi dell’Isis, l’antica città siriana è stata minata, due mausolei islamici sono stati distrutti.
Domenica, il mausoleo di Mohammad Ben Ali, un discendente della famiglia del Profeta cugino Ali bin Abi Taleb, è stato fatto esplodere, ha detto il direttore delle antichità siriano Abdel Karim Maamoun. Il mausoleo si trova in una zona montuosa a quattro chilometri a nord di Palmira. Ovviamente i miliziani dello Stato islamico hanno provveduto, come di consueto, a realizzare immagini e filmati della distruzione: le foto che mostrano due uomini armati che indossano bombole esplosive sono state pubblicate sul Web.
Maamoun Abdel Karim ha anche dichiarato che Daech aveva anche fatto esplodere il mausoleo di Chkaf, risalente a oltre 500 anni, noto come Abu Nizar Bahaeddine, un religioso di Palmira. Questo monumento si trova nell’oasi della città, a 500 metri dall ‘Arco di Trionfo.
Nel complesso, sembra che gli estremisti di Daech abbiano distrutto più di 50 antichi mausolei costruiti nell’antichità e che ora hanno avuto la sfortuna di trovarsi nelle aree sotto il loro controllo.Abdel Karim Maamoun ha spiegato che “Essi ritengono che mausolei islamici vanno contro le proprie convinzioni e vietano la visita di questi luoghi”.
Il direttore delle Antichità ha anche dichiarato che i jihadisti dieci giorni fa avevano già dato il via alla distruzione di molte tombe all’interno dell’antica città di Palmira: “Tutte le tombe di marmo sono state distrutte. Per loro, le tombe non devono essere visibili”.
Il Wahabismo, la versione rigorosa dell’Islam sunnita finanziata e predicata dalla Casa Reale Saudita e dai Fratelli Musulmani, formalmente vieta di visitare i siti archeologici, religiosi o storici poiché questi atti vengono equiparati all’idolatria. Da qui la domanda:”La nostra cultura è davvero così compatibile con la loro (sotto)cultura?” Il Wahabismo, vieta anche l’intercessione di un profeta o di un santo per essere più vicini a D-o, pratica invece molto comune tra i cattolici ma pare che secondo il Vicario di Pietro ciò non conti: alla fine le gole sono le vostre non certo mie e tantomeno la sua.
Il futuro di Palmira pare, quindi, che sia segnato. Il sito archeologico, dichiarato Patrimonio Mondiale, poteva essere salvato solo dall’esercito siriano, che in questi ultimi giorni ha riconquistato, seppur a fatica, alcune aree vicine a Palmira, regioni chiave, ricche di giacimenti di petrolio e di gas. Ma grazie al Qatar, alla Turchia e alla complicità della Casa Bianca che, se da un lato si dichiara contro l’Isis, dall’altra, tramite i suoi alleati (Qatar e Turchia) lo finanzia per la sua ottusa guerra contro Assad.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.