Milano 3 Giugno – Gli ingranaggi saranno oliati solo nei prossimi giorni. Tuttavia, apre il mercato al buio di Palazzo Italia. A un mese dall’inaugurazione di Expo gli organizzatori del padiglione nazionale hanno concluso l’allestimento del percorso ideato dall’Istituto dei ciechi di Milano: una passeggiata tra le bancarelle di un mercato, ispirato alla Vucciria di Palermo, con suoni, rumoni e profumi, ma completamente al buio. Al termine della camminata, il faccia a faccia con uno dei capolavori prestati a Palazzo Italia: «La Vucciria», per l’appunto, dipinta da Renato Guttuso. «La bellezza con altri sensi» esclusa la vista, recita la scritta all’ingresso della mostra, uno dei tasselli che ancora mancavano al completamento di Casa Italia. Il percorso dura 10-15 minuti e per il commissario dell’Istituto dei ciechi, Rodolfo Masto, «il desiderio è che la gente si appassioni a questa esperienza e voglia fare quella completa», ossia il dialogo nel buio, da anni appuntamento fisso della sede di via Vivaio a Milano.
Sullo sfondo dell’inaugurazione c’è il blocco dei finanziamenti alla consulenza educativa degli studenti ciechi. Il rischio è a settembre i 160 allievi non vedenti iscritti alle scuole del Milanese tornino sui banchi senza un’assistenza pedagogica alla loro formazione, né i libri in braille su cui studiare. «La nostra inaugurazione è un appello per il diritto allo studio dei ciechi», scandisce Masto, che è anche presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Quest’anno l’Istituto di via Vivaio ha tamponato l’azzeramento dei contributi, staccando un assegno da 300mila euro, con la speranza che per l’anno scolastico 2015-16 le istituzioni locali tornassero a occuparsi delle spese. E invece la risposta è stata no.
«Il mondo del lavoro oggi è ancora più selettivo per tutti – osserva Masto –, per cui per i ciechi la formazione vale di più. Un cieco con una preparazione carente fa fatica a trovare una collocazione e diventa un peso per la società». Proprio per la mostra a Palazzo Italia, l’ente di via Vivaio ha assunto 18 persone, di cui la maggior parte non vedenti. «Per molti è la prima esperienza di lavoro», puntualizza il commissario. I neo assunti entrano in uno staff di una settantina tra guide e responsabili dell’organizzazione, che si occupano del percorso di Expo e di quello storico in città. Ad agosto dell’anno scorso la mostra al buio a Casa Italia aveva rischiato di cadere sotto i colpi di forbice di una revisione delle spese del padiglione. Dopo una settimana gli organizzatori avevano fatto dietrofront, confermando la presenza dell’Istituto dei ciechi ambrosiano, già ambasciatore all’Esposizione universale di Parigi del 1855 e a quella milanese del 1906. Luca Zorloni (Il Giorno)
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