Milano 12 Luglio – Piazza Scala verso la trasformazione in un altro catino vuoto.
Un involucro che vorrebbe così banalmente somigliare alle piazze rinascimentali italiane. Luoghi dove tra pietre antiche, attività nei negozietti, costruzioni d’epoca medioevale, tutto ha un suo significato e sapore. La logica della NOSTRA piazza Scala è ottocentesca, e include INVECE il dinamismo e il senso del metropolitano. E’ una porta, anche fisica, a Piazza Duomo, piazza invece effettivamente più vicina alle specifiche più antiche sopraddette.
Ma pretendere di far capire a tutti che ogni luogo DEBBA AVERE un suo pathos e una sua specificità, E CONSERVARLI, è impossibile. Ci vuole un background culturale, se non c’è, e questi non ce l’hanno, non gli resta che moltiplicare uno schematismo (quello del pedonale), indifferentemente ovunque. Non sono in grado di leggere il tessuto urbano, hanno un sottolivello di cultura che vede tutto uguale. Piazza Oberdan come Piazza Castello, il cavalcavia Bussa come Piazza Duomo. Selfies, bici, concerti e stronzate che chiamano “socialità”.
Ma pretendere di far capire a tutti che ogni luogo DEBBA AVERE un suo pathos e una sua specificità, E CONSERVARLI, è impossibile. Ci vuole un background culturale, se non c’è, e questi non ce l’hanno, non gli resta che moltiplicare uno schematismo (quello del pedonale), indifferentemente ovunque. Non sono in grado di leggere il tessuto urbano, hanno un sottolivello di cultura che vede tutto uguale. Piazza Oberdan come Piazza Castello, il cavalcavia Bussa come Piazza Duomo. Selfies, bici, concerti e stronzate che chiamano “socialità”.
Alla fine useremo Piazza Scala per aggirarci in bici in attesa del reddito di cittadinanza, mangiando in strada da qualche baracchino a pedali con scritto food-qualcosa.
Giovanni M. Seregni
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