Milano 17 Luglio – Ieri si è chiuso l’ultimo capitolo della cavalcata sconvolgente di Tsipras. Una fuga dalla realtà costata tutto il margine di crescita che i Greci avevano faticosamente costruito, tutta la credibilità internazionale del Governo Ellenico e diversi aumenti di tasse che bruceranno il poco di economia libera che ancora rimaneva in Ellade. Fu vera gloria? Lo decideranno gli elettori ad Ottobre, perchè la seconda cosa che ha fatto Tsipras, dopo aver fatto passare un accordo che aveva giurato avrebbe ostacolato con tutte le sue forze, è stata annunciare le prossime elezioni. Ad oggi è una scommessa sicura, il 72% dei Greci sono a favore dell’accordo. Non è che gli piaccia molto, ma le conseguenze gli piacciono pure meno. E di fondo si riconoscono in questo Capo. Faranno i gradassi ogni volta che potranno. Urleranno al mondo che non si piegheranno. Poi, se convincono qualcuno, bene. Sennò pazienza, voteranno la qualunque per andarne fuori. L’importante è che le decisioni peggiori vengano da fuori. Che ci si possa lamentare. Che i responsabili siano chiari e stranieri. Che il popolo sia immacolato, perfetto ed infallibile. Non vi sembra il nostro paese? A volte mi domando se abbiano anche loro una Efe Bal che fa la classifica delle prestazioni a letto. Tornando a noi: ad Ottobre Tsipras si batterà contro le forze della responsabilità. I programmi saranno diametralmente opposto. I suoi avversari proporranno di comportarsi bene, fare i compiti a casa e discutere i professori solo a a studio completato. Lui ribatterà che chiederà meno compiti, meno interrogazioni, più aiuti e zero bocciature. Poi quello che si porta a casa si porta a casa, per il resto qualcosa ci inventeremo. Se fossimo alle superiori i suoi avversari responsabili potrebbero ritirarsi. Se fossimo in Germani, lui potrebbe ritirarsi. Secondo voi, così, a sentimento, a quale delle due situazioni si avvicina di più l’elettorato ellenico?
Il problema di fondo è che Tsipras ha sostanzialmente ragione, da un punto di vista tattico. Il suo vero nemico non è Nea Demokratia, o peggio ancora il Pasok. Il suo vero nemico è Varoufakis. L’uomo della linea onirica, del no taumaturgico, della supercazzola come stile di governo. A dargli il tempo quello si inventa un partito suo e riparte dove Syria aveva mollato: con le boiate del più soldi per i debitori e meno garanzie per i creditori. Uno così rischia di rovinarti la maggioranza, costringerti ad un’alleanza in cui, di fatto comanda lui, ed alla fine a farti le scarpe. Tipo Salvini con Berlusconi. E Tsipras, non potendosi godere la compagnia di Belen, non ha alcuno stimolo a diventare il Silvio Ellenico. Il suo più grande alleato, allora, diventa la velocità. Non si creano i partiti in tre mesi (se non sei Silvio, ovviamente). Per cui votare ad Ottobre (oltre a regalarti un sacco di facili slogan sulla Rivoluzione d’Ottobre) mette fuori gioco quelli che propongono vaccate più grosse ed attraenti della tua. In più l nomine nel partito le puoi ancora fare tu, questo significa che quelli che non spaventi li puoi comprare.
Nulla di nuovo. Tanto ormai le finanziarie le scrivono a Bruxelles, come da noi. Per cui puoi fare un sacco di leggi inutili, ma politicamente correttissime su omosessuali, droga, prostituzione e, ovviamente, lottare contro l’evasione fiscale. Non sia mai che possa, un giorno, ricrescere l’erba sulla terra così gloriosamente calcata da Alexis, conquistatore di Grecia, suo Protettore e Curatore Testamentario, Nuovo Creonte e fiero Nemico di Antigone, le ribelle visionaria che credeva nel Diritto di Natura. Quel diritto che impone ad ogni patto di essere onorato. Quel diritto che impone la pietas. Quel diritto che oggi solo la Germania difende davvero.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,