Milano 22 Luglio – Se il presidente Pierre Nkurunziza ha la garanzia di vincere un terzo mandato nelle elezioni presidenziali, iniziate ieri mattina in Burundi, questa controversa tornata elettorale è ritenuta incostituzionale dai suoi avversari e si è svolta in un clima di tensione. Due persone sono state uccise nella notte tra lunedì al martedì a Bujumbura, dove sono risuonate per tutta la notte spari ed esplosioni prima dell’apertura dei seggi, dove 3,8 milioni di burundesi sono chiamati a votare.
Secondo un funzionario di polizia che ha chiesto l’anonimato, un poliziotto è stato ucciso dallo scoppio di una granata nel distretto di Mutakura, mentre un civile è stato ucciso in Nyakabiga in circostanze sconosciute.
Willy Nyamitwe, consigliere del Presidente Nkurunziza, ha denunciato gli atti terroristici volti ad intimidire gli elettori. Poche ore prima, il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha invitato le autorità del Burundi a fare di tutto per garantire la sicurezza e lo svolgimento pacifico delle elezioni presidenziali ed ha invitato tutte le parti ad astenersi dal commettere qualsiasi forma di violenza che potrebbero mettere a repentaglio la stabilità del Burundi e della regione.
I sondaggi sono stati boicottati dall’opposizione, che nega il diritto di Pierre Nkurunziza, eletto nel 2005 e nel 2010 di essere rieletto denunciando una “farsa elettorale”, cercando senza successo il rinvio. La candidatura di Pierre Nkurunziza ha gettato dalla fine di aprile il Burundi in una profonda crisi politica, scandita dalla violenza che ha lasciato sul terreno più di 80 morti.
Le autorità burundesi hanno sventato a metà maggio un tentativo di golpe militare e soffocato, a metà giugno, le manifestazioni quasi quotidiane a Bujumbura con una brutale repressione. Ma il paese sta vivendo dei gravi disordini interni da quando, con una serie di attacchi con granate e dieci giorni di combattimenti e scaramucce con l’esercito, i ribelli nel nord, vicino al confine con il Ruanda, hanno iniziato la loro guerra contro il potere di Nkurunziza.
Per molti osservatori, si presume che Pierre Nkurunziza avrà il suo terzo mandato, ma la vittoria di potrebbe portare ad un Burundi diviso, isolato sulla scena internazionale e privo di ogni aiuto internazionale.
Gli osservatori internazionali temono l’inizio di una nuova crisi, con l’uso della violenza su larga scala in tutto paese, la cui storia post-coloniale è segnata da colpi di stato e massacri tra le etnie hutu e tutsi, sia imminente e difficile arginare dopo dieci anni di guerra civile.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.