La nuova promessa di Matteo Renzi: un taglio delle tasse da 50 miliardi in cinque anni

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( iniziando nel 2016 da TASI, IMU e imbullonati, proseguendo con IRES, IRAP e IRPEF)

Milano 23 Luglio – L’annuncio, fatto questa settimana all’assemblea del PD a EXPO 2015, ha scatenato le prevedibili polemiche, con l’ala sinistra del partito che accusa il premier-segretario di demagogia sottolineando la somiglianza i proclami fatti in passato da Silvio Berlusconi. Il premier non si è scomposto più di tanto parlando di “rivoluzione copernicana” nel rapporto fra Fisco e contribuenti, trasformando la proposta in un “patto con gli Italiani“, formula simile a quello che utilizzò Berlusconi nella campagna elettorale del 2001. Mancava solo la scrivania in ciliegio e Bruno Vespa. Invece degli studi di Porta a Porta, Palazzo Italia.

Dice Renzi: “Se le riforme vanno avanti, saremo in condizione di abbassare di 50 miliardi in cinque anni le tasse agli Italiani, nel 2016 si potranno eliminare IMU e TASI prima casa, IMU agricola e tassa imbullonati. Nel 2017 si prevedono interventi su IRES e IRAP, quindi sconti fiscali per le aziende. Nel 2018 si potrà anche alleggerire l’IRPEF, par di capire intervenendo sugli scaglioni”.

Per finanziarie queste misure serviranno circa 35 miliardi, che si sommano ai 15 già recuperati per il bonus 80 euro ai lavoratori dipendenti e agli sconti IRAP per le imprese. Il tutto, collegando l’abbassamento delle tasse all’approvazione di riforme. Il premier, e veniamo al dunque, non ha però fornito molte indicazioni sulle risorse necessarie per tagliare le tasse, limitandosi a qualche anticipazione: sbloccare i 20 miliardi per investimenti e infrastrutture, far scendere la curva del debito un po’ meno del previsto, pur restando nei parametri europei. Molto fumo.

“E’ un piano che stiamo studiando da circa sei mesi”, ha concluso.

Forza Italia, come la sinistra del PD, esprime forti perplessità sulla fattibilità di questo taglio tasse. Silvio Berlusconi ha dichiarato “Siamo pronti a votare quei provvedimenti se venissero presentati, perché non siamo come la sinistra del tanto peggio tanto meglio”, afferma, pur scettico: “c’è qualcuno che crede che lo possa fare davvero?”.

Dalla sinistra del PD, il senatore Miguel Gotor parla di “proposta demagogica che costituisce una cattiva quanto tardiva imitazione di Berlusconi”.

Pareri positivi arrivano invece dai sindaci. Piero Fassino, presidente ANCI: “ben vengano le proposte di Renzi per eliminare la TASI sulla prima casa e l’IMU sui terreni agricoli e ridurre l’IRES sulle imprese e l’IRPEF sulle famiglie”, un programma che rappresenta una “grande occasione per chiudere anni di tagli e tasse e aprire finalmente una stagione nuova che superi il Patto di stabilità, restituisca autonomia ai Comuni, ridisegni finanza locale e politica fiscale garantendo risorse per servizi e investimenti”.

Il banco di prova, conclude il sindaco di Torino, sarà la prossima Legge di Stabilità.

Il sospetto, comunque, è che si tratti di una boutade estiva, giusto per risalire qualche punto nei sondaggi dopo gli scandali di Roma e Palermo.

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